Inaugurata al Teatro Delle Arti la XXIX edizione del Premio Charlot. Questa sera la seconda proiezione della rassegna “Charlot Cinema Ritrovato”: “Luci della città”
E’ iniziata con la proiezione de “Il Monello”, restaurato dalla Cineteca di Bologna, la XXIX edizione del Premio Charlot. Ieri, al teatro delle Arti di Salerno, taglio del nastro, per la rassegna dedicata al più grande artista di tutti i tempi. La kermesse ideata e diretta da Claudio Tortora, anche quest’anno parte con la proiezione di cinque pellicole d’autore, inserite nella sezione “Charlot Cinema Ritrovato”, che potranno essere viste dal pubblico salernitano e non solo, gratuitamente. Due i giorni di proiezione per ogni pellicola. Dal Monello, un film con un sorriso e forse una lacrima, si passerà stasera a “Luci della città”, quel “contrappunto di grazia e delicatezza, che esprimesse il sentimento, senza il quale l’opera d’arte è sempre incompleta”, come dice il nostro Chaplin, in programma anche domani, alle ore 19 e alle ore 22. E’ certamente un dono poterlo rivedere su grande schermo. Lo sguardo in macchina finale è uno dei vertici della filmografia chapliniana, uno di quei momenti cinematografici che non ci si può stancare di vedere, che ogni volta sa generare emozioni senza fornire univoche risposte. E ciò che è avvenuto pochi istanti prima è altrettanto agrodolce, in una inarrestabile vorticosa successione dolceamara di azioni che vivono in un bilico magistrale sul trasparentissimo vetro d’una vetrina che è il non-luogo che separa incolmabilmente l’ante dal nunc, il prima dal ora, la consapevolezza dalla non-consapevolezza, l’amore dalla curiosità. Si proseguirà il 3 e il 4 luglio con “Lumiere!” l’invenzione del cinematografo, l’avventura della famiglia che ha inventato il Cinema: Antoine, pittore e fotografo, i due figli Louis e Auguste così capaci che, ancora adolescenti, prendono le redini dell’industria di famiglia, che restituisce il mondo al mondo, e ancora, il 5 e il 6 “Stromboli, Terra di Dio”, di Roberto Rossellini, con il pescatore salernitano Mario Vitale e per chiudere, il 7 e l’8 “Manhattan” uno dei gioielli di Woody Allen, nato per amore della musica di George Gershwin, con lo stesso Allen chiuso in una dimensione magica di un bambino mai cresciuto e il volto di Tracy (Mariel Hemingway) a riempire lo schermo in un finale che riporta alla mente quello, appunto di “Luci della città”.(o.c.)