Brigida Vicinanza
«Salerno città turistica è una chimera. La stazione marittima è un monumento e non una infrastruttura perché bella ma non funzionale. Ho presentato un’interrogazione parlamentare il 6 Agosto 2018 al Ministro Toninelli e al Ministro Costa per chiedere, recependo all’allarme della Cisl, se intendano impegnarsi per il dragaggio del porto di Salerno che renderebbe accessibile l’infrastruttura al grande traffico crocieristico». Sono queste le parole del senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone, ex presidente della Provincia di Salerno in merito ai problemi salernitani che riguarda il turismo. Una vera e propria città “turistica” che di turistico purtroppo non ha nulla, o meglio nemmeno i servizi essenziali per chi viene a visitare la città. «Sono anni che si parla ma non si prospetta nessun tempo certo nella realizzazione del dragaggio con grave danno per gli operatori del porto e di tutta l’economia cittadina e provinciale. Non ci mancano storia, cultura, tradizioni e bellezza dei luoghi per fare un turismo di qualità ma non ci sono i servizi, se non fosse per l’iniziativa privata saremmo da terzo mondo. Quanto ai beni della Provincia – ha continuato Iannone – siamo tornati indietro di un decennio: nonostante l’Amministrazione del Comune di Salerno non abbia mai collaborato e riconosciuto il nostro impegno, l’Amministrazione Provinciale guidata prima dall’Onorevole Cirielli e poi da me fece un lavoro molto pressante sulla valorizzazione della storia longobarda di Salerno e nella creazione del sistema museale degli attrattori culturali: i concerti a villa Guariglia, il Castello Arechi sempre aperto dove gli eventi pullulavano e che eleggemmo anche a sede di rappresentanza istituzionale della Provincia, il museo archeologico provinciale di via San Benedetto che ristrutturammo completamente e che inaugurai nel maggio del 2014 con il suo pezzo principe (la testa bronzea di Apollo) che è stata in giro per il mondo per 2 anni a fare l’ambasciatore della cultura salernitana, la pinacoteca di via dei Mercanti che ha ospitato mostre di valore internazionale ed eventi commemorativi dei 150 anni dell’Unità d’Italia, l’importantissima area archeologica di Fratte dimenticata prima e dopo di noi, palazzo Pinto completamente ristrutturato con il suo arco longobardo dove si organizzavano eventi anche in collaborazione con l’Enoteca Provinciale che aveva allestito al suo interno un punto di promozione che organizzava momenti di promozione molto apprezzati. Le strutture erano sempre aperte e le aperture straordinarie erano la regola nelle festività. Una vera e propria azione di diplomazia culturale locale che Canfora e il Pd hanno fatto perdere completamente. Un autentico omicidio culturale un’autentica dissipazione di patrimonio materiale ed immateriale. La responsabilità esclusiva è della politica del Pd perché la direzione musei della Provincia ha un personale qualificato che avevamo appassionato alla missione e che ancora ringrazio». A continuare invece la battaglia sul “Forte La Carnale” è Antonio Roscia, esponente di Fratelli d’Italia, che ancora oggi prova a far emergere l’argomento: «Mi pare uno scandalo che vi sia un bene storico e paesaggistico come il forte La Carnale, perennemente chiuso – ha sottolineato Roscia – la gestione spetta alla Regione Campania ma non mi pare di avere sentito lamenti da parte del Comune di Salerno, forse perché la parrocchia è sempre la stessa, quella deluchiana. Non sia mai qualcuno di Salerno osi accusare di inerzia la giunta regionale del grande De Luca, l’uomo della Salerno europea. Ed intanto un bene meraviglioso in un contesto storico unico in Italia e con un panorama strepitoso come quella della Polveriera, resta chiuso anche questa Estate, a testimonianza vivente della vergogna di questa amministrazione»