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Cirielli: Su Alfieri resto garantista

Cirielli: Su Alfieri resto garantista

di Erika Noschese

Garantismo, sì, ma con tanti dubbi. Questa la visuale del viceministro agli Affari Esteri, Edmondo Cirielli, presente ieri a Palazzo Sant’Agostino per esprimere il pieno sostegno dei vertici di Fratelli d’Italia alla candidatura al ruolo di presidente del sindaco di Montesano sulla Marcellana, Giuseppe Rinaldi. Una candidatura frutto di una bufera giudiziaria, ad oggi con tantissimi punti interrogativi, troppe ombre e pochissime luci, che ha portato la Provincia di Salerno a restare ferma per quattro mesi, a causa del notevole ritardo nella presentazione delle dimissioni da parte dell’oggi ex sindaco di Capaccio Paestum ed ex presidente della Provincia, Franco Alfieri, che già da ottobre del 2024 sapeva quanto imponente fosse la mole giudiziaria che gli si stava ponendo dinanzi agli occhi. Non ultima l’inchiesta che ha portato il Gip a richiedere un secondo arresto proprio per Alfieri, a causa del potenziale scambio di tipo politico-mafioso che avrebbe riguardato, stando all’ordinanza del giudice per le indagini preliminari, Alfieri e altri nove imputati. “Rimango molto garantista – ha affermato il viceministro Cirielli –. Quando sono stato Presidente della Provincia, io e i miei uomini siamo stati perseguitati da persone che poi si sono trovate anche politicamente schierate con De Luca. E non lo dico io che siamo stati perseguitati e né voglio dire che ciò sia avvenuto in malafede perché, se avessi le prove di ciò, andrei a fare una denuncia alla Procura, ma lo hanno detto le varie Corti e la giustizia, che ha dimostrato le persecuzioni di allora. Ma anche per questo io ho un atteggiamento molto prudenziale sulle indagini. È chiaro che quello che esce provoca, se fosse vero, un quadro desolante”. Per il viceministro, già Presidente della Provincia di Salerno nel periodo immediatamente precedente alla riforma Del Rio, che ha portato al depotenziamento delle Province in virtù di una potenziale abolizione delle stesse, la questione più grave riguarderebbe non solo l’eventuale accertamento dei capi d’accusa nei confronti di Alfieri e delle altre personalità coinvolte, a vario titolo, nelle vicende giudiziarie di più stretta competenza. Da attenzionare, infatti, ci sarebbe anche l’attività della Procura che, secondo il viceministro Cirielli avrebbe dovuto attivarsi sui medesimi temi oggi sotto i riflettori: “La cosa più grave, se fosse vera, sarebbe – ha commentato Cirielli – come mai in questi 20 anni altre Procure della Repubblica non hanno fatto le stesse indagini, perché molti fatti di cui si parla risalgono negli anni addietro. Comunque, con spirito garantista assisteremo a queste valutazioni”. Per Cirielli è fondamentale ricordare e ribadire quanto il garantismo abbia senso in situazioni simili, soprattutto tenendo in considerazioni le vicende giudiziarie che, nel corso del tempo, hanno riguardato a vario titolo altri esponenti politici afferenti al centrodestra che, nonostante i ripetuti attacchi da parte di tutto il centrosinistra, si sono poi rivelati innocenti per i capi d’accusa a loro attribuiti, a tal punto da ottenere anche ruoli di rilievo nel panorama politico locale e nazionale: “Noi siamo diversi dal PD – ha concluso Cirielli – quando abbiamo avuto problemi noi negli anni passati hanno banchettato, festeggiato, ci hanno attaccato sui quotidiani. Insomma, hanno messo in campo un’azione denigratoria contro le persone, peraltro facendo una pessima figura perché tutte le inchieste che hanno riguardato il centrodestra sono finite nel nulla, e per fortuna tutti gli esponenti allora coinvolti hanno tutti ruoli molto importanti, a dimostrazione che la giustizia paga”. Ad intervenire sul caso Alfieri anche la parlamentare molisana di Fratelli d’Italia Elisabetta Lancellotta che replica alla segretaria nazionale del Pd Elly Schlein sull’inchiesta che coinvolge il governatore Francesco Roberti. “Oggi si chiede un suo passo indietro – prosegue – in una vicenda per la quale lo stesso governatore si è detto pronto a chiarire la sua posizione, dimostrando il corretto svolgimento del suo ruolo”. Infine la Lancellotta conclude: “Dov’è Elly Schlein e dov’è il Pd quando a essere coinvolti in indagini sono i loro esponenti? In ultimo la vicenda che ha portato all’arresto di Franco Alfieri, presidente della Provincia di Salerno e braccio destro del governatore De Luca. Non mi sembra che il Pd abbia acceso un polverone un anno fa quando furono quattro gli esponenti del Pd arrestati al termine di un’indagine a Pozzuoli”.

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