di Arturo Calabrese
Presidente della Provincia di Salerno dal 2009 al 2012, Edmondo Cirielli è stato più volte deputato. Sempre a destra, ha seguito il percorso che ha portato alla nascita di Fratelli d’Italia, partito nel quale è iscritto fin dagli esordi. I suoi incarichi extra parlamentari gli hanno conferito negli anni un’esperienza amministrativa non da poco. Partiamo proprio da questo punto: gli enti locali sono stati depauperati di competenze e potenze e la situazione di ogni singola Provincia italiana è emblematica. Cosa si può fare? “La rivoluzione degli enti locali sarà tra i primi provvedimenti che il governo a guida centrodestra, qualora dovessimo vincere le elezioni. La Provincia di Salerno, così come tutte le altre, devono riacquistare il ruolo che è stato loro tolto. Si dovrà tornare all’elezione diretta degli organi politici da parte del popolo, le competenze in campo all’ente provincia dovranno tornare ad essere quelle di un tempo con fondi a disposizione da spendere. Le emergenze sono tante, anche se i diretti interessati sembra non se ne accorgano: la viabilità, le scuole, il dissesto idrogeologico. Le strade del Cilento sono un disastro e nessuno fa nulla, sia perché evidentemente non c’è programmazione e sia perché non si può agire. Abbiamo dunque dei carrozzoni con relativi presidenti e consiglieri, ovviamente pagati, che non possono prendere iniziative perché faticano a trovare i soldi. Servono, dunque, politiche serie: totale rivoluzione degli enti locali”. Quindi quali sono le emergenze che il territorio della provincia di Salerno deve affrontare ogni giorno? “La più grande sia chiama De Luca. Prima c’era solo papà, adesso ci sono il figlio grande e il figlio piccolo. Ha creato qui il suo “sangiaccato” e lo amministra comodamente come se fosse una sua proprietà. Lo vediamo nelle pessime scelte economiche, nelle politiche sbagliate, nei sermoni in cui spiega che tutto va per il meglio”. Scelte sbagliate anche in campo sanitario? “Ma assolutamente sì! Gli ospedali sono smantellati, quelli esistenti sono saturi, manca il personale. In quel campo, Palazzo Santa Lucia naviga a vista e non di rado va a sbattere. Il Covid ci ha fatto capire quanto fossero importanti i fondi per la salute e per la sanità, ma oggi cosa è rimasto? Nulla, solo qualche centro specializzato nella cura del Covid inutilizzato e che difficilmente sarà convertito. La sanità è in capo alla Regione, il Governo può fare ben poco, ma possiamo dare una strada e sicuramente se le cose dovessero continuare così, la sanità campana sarà nuovamente commissariata. Non possiamo continuare ad assistere inermi a questo continuo scempio”. Quali saranno i temi del dibattito politico? “Quelli per i quali ci siamo battuti sempre in Parlamento: sicurezza, lavoro, giovani, un forte no all’assistenzialismo, aiuti alle imprese, riduzione del cuneo fiscale, donne e lavoro, sicurezza, emergenza migranti. In politica internazionale, l’Italia deve riprendere il posto che occupava negli anni addietro e essere un faro in Europa e nel mondo. Abbiamo fatto scempio della nostra storia e adesso dobbiamo definitivamente dire basta”. Il governo che si formerà dopo le elezioni dovrà lavorare su molti temi. Quali quelli principali? “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Abbiamo votato a favore della risoluzione e adesso tocca a noi stringere i tempi. Bravi professionisti dovranno essere impegnati in tal senso. Non possiamo permetterci di perdere quei soldi, né oggi né mai. Grazie ad essi si potranno mettere forti basi per il futuro del Sud”. Il taglio dei parlamentari secondo alcuni è un risparmio per le casse dello Stato, secondo altri è un taglio alla democrazia. Lei cosa ne pensa? “Di sicuro c’è un risparmio, ma si può e si poteva risparmiare anche in altri modi. Tagliando i parlamentari, si taglia la democrazia, si riducono i rappresentanti territoriali e tante zone d’Italia potrebbero non avere più voce tanto alla Camera quanto al Senato. C’è da dire che fino ad oggi, con tanti parlamentari eletti nelle circoscrizioni salernitane, non abbiamo in mano grandi ed importanti risultati. Solo i penta stellati sono ben sette e non ho visto miglioramenti ma solo ulteriori problemi alle emergenze già esistenti. Se poi si pensa al parlamento utilizzato come teatrino da parte di una classe dirigente inadeguata allora ben venga una sfoltita. Il nuovo parlamento sarà sicuramente più serio ed efficace perché in quelle aule torneranno i veri problemi della gente e le soluzioni per risolverli”.