«La dichiarazione d’incompatibilità è stata strumentale». Questa, in sintesi la motivazione che ha portato il ministro dell’Interno Cancellieri a disporre lo scioglimento del Consiglio provinciale di Napoli. Ieri mattina la pubblicazione del Decreto del Presidente della Repubblica che, sostanzialmente, manda alla Provincia di Napoli un commissario prefettizio.
Una procedura utilizzata anche a Salerno. Di questo non ha dubbi Fulvio Bonavitacola, deputato del Pd che ieri ha interrogato il ministro dell’Interno. «La situazione giuridica e fattuale del Consiglio provinciale di Salerno è del tutto omologa a quella che ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale di Napoli» – scrive, infatti, il deputato.
«Per rimuovere la condizione d’ineleggibilità dei rispettivi presidenti, in vista della loro candidatura alla carica di parlamentari nelle recenti elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, i Consigli provinciali di Napoli e Salerno hanno nei mesi scorsi attivato una procedura finalizzata alla strumentale dichiarazione d’incompatibilità dei predetti Presidenti di Giunta provinciale», spiega Bonavitacola.
Come Cesaro a Napoli (ora deputato del Pdl), così Cirielli a Salerno (ora deputato di Fratelli d’Italia). Stesso metodo, entrambi per ritornare a Montecitorio, senza mandare il Consiglio provinciale a casa. A Salerno, Palazzo Sant’Agostino è retto da Antonio Iannone, vicepresidente dell’allora giunta Cirielli.
«Si è trattato – afferma Bonavitacola – di una condotta aberrante, in totale disprezzo della legge e causa di sicuro aggravamento del discredito fortemente diffuso nella pubblica opinione nei confronti dei ripetuti usi padronali di pubbliche funzioni, nonché possibile fonte di gravi danni erariali conseguenti all’usurpazione di pubbliche funzioni».
27 marzo 2013