di Salvatore Memoli
Non mi era mai capitato che qualche persona mi intimasse di non nominarla mai più nei miei articoli. Sul modello “ questo matrimonio non s’ha da fare”. Il matrimonio si fece! Ho fatto anche questa esperienza per giunta subendo toni aggressivi e fuori dai canoni di una sana educazione civica. Il tutto è riferito ad uno degli ultimi articoli pubblicati da Cronache dal titolo “De Luca, Cirielli e la Regione”. Ciò ha prodotto le ire del vice Ministro degli Esteri Cirielli che non ha gradito il mio scritto, il che può essere possibile perché le opinioni, anche giornalistiche sono legittime e possono essere di parte. Ma per questo articolo avevo tratteggiato le figure dei due possibili contendenti alla carica di Presidente della Regione Campania, De Luca e Cirielli ( per la verità non è detto che siano due, perchè sulla scena si presenta autorevolmente anche un pezzo da novanta di Forza Italia, Fulvio Martusciello, europarlamentare accreditato e super votato, in più napoletano). L’articolo in sé non ha ricevuto censure, al contrario quello che ha infastidito il presunto candidato del centro destra sarebbe l’accostamento improprio di suo figlio ai figli di De Luca, per i quali avevo ipotizzato un comune onorevole percorso di un incarico universitario. In realtà mi sembrano percorsi lodevoli per tutti i figli d’arte, anche perché conoscendo i De Luca ne apprezzo l’impegno, lo studio e gli approfondimenti di una ricerca su argomenti giuridico-economici sempre di alto profilo. Del giovane Cirielli non conosco molto, oltre alla sua versatilitá politica, per essere consigliere comunale di Cava dei Tirreni e per essere spesso affiancato dal vulcanico e geniale avvocato Alfonso Senatore che ne rafforza il suo impegno amministrativo. Ciò posto non mi sono addentrato sul percorso d’ingresso nel mondo universitario seguito dai giovani rampolli. Per me sono tutti meritevoli di attenzione. Ma tanto non è bastato per incorrere nelle ire del bellicoso genitore Cirielli che con toni poco garbati mi ha imposto di “ non nominarlo mai più” come a dire stai alla larga da me! Questo poteva semmai essere detto con toni più garbati, invece i suoi sembrano una minaccia che, per un iscritto all’Ordine dei Giornalisti, può essere una minaccia grave ed inopportuna, perché lesiva del diritto di cronaca e di informazione dei lettori su cose su cui potranno liberamente farsi una loro opinione. Invece il rappresentante del Governo Meloni, sorvolando sul contenuto dell’articolo, che altri addirittura avevano visto come un endorsement, si è periziato di scrivere il suo disappunto ribadendo con toni tribunizi ai quali mi ero opposto che i suoi toni ”sono consoni perché diffami me e mio figlio paragonandoci a quelli di deluca “. Per questo ero un ingrato ed un falso. Non sono né falso né ingrato e tantomeno trovo adeguato i toni isterici di attacco ad un articolo che conserva la sua linearità ed onestà intellettuale. Il genitore Cirielli forse ha ragione nel puntualizzare che tra suo figlio ed i figli di De Luca ci sono differenze e bene fa a puntualizzarmi che” Trovo di pessimo gusto che per parlare dei padri si mettano i figli in mezzo . Mio figlio….si è candidato partendo dalla gavetta , a consigliere comunale con le preferenze . De Luca figlio non aveva mai fatto politica in vita sua quando è stato candidato nella lista bloccata di caserta . Mio figlio italo laureato alla Bocconi ha vinto un dottorato gratis non dipendendo dall’Università di salerno ma dal Casd centro Alti studi Difesa , i De Luca figli sono stati assunti a tempo indeterminato come professori universitari nel primo grado , ricercatori . C’è nel profilo una grandissima differenza”. Ne prendo atto insieme ai lettori e alzo le mani per tanto profilo onorevole. La domanda di molti elettori e cittadini è un’altra: ma è giusto che i figli di deputati facciano politica come i padri? Non è una domanda in punto di diritto ma di etica sociale. Per il resto continuerò ad onorare la mia consolidata iscrizione all’Ordine dei giornalisti.