Alla fine, in Campania ha vinto la politica. Dopo settimane di indiscrezioni, voci e candidature civiche che si rincorrevano, il centrodestra ha scelto Edmondo Cirielli, vice ministro degli Esteri del governo Meloni, come candidato presidente per la Regione. Una decisione che chiude la partita e che porta con sé un significato politico preciso: il campo dei nomi civici è stato battuto, e a prevalere è stata la linea che riconosce il peso della leadership politica campana. Non erano mancati i nomi alternativi. Dal prefetto di Napoli, Michele Di Bari, a figure istituzionali di primo piano, come Costanzo Pecci Jannotti, Giosy Romano, il rettore Matteo Lorito: la rosa di possibili candidati si era allargata a dismisura, segno di una partita incerta e di un equilibrio ancora da costruire. Ma la scelta finale ha ribaltato lo schema: niente candidati “neutrali”, niente figure di garanzia esterne ai partiti. Sarà un politico, un politico di lungo corso, a guidare la coalizione. La decisione dei vertici nazionali, condivisa da Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, rafforza la centralità della politica in Campania. Cirielli porta con sé una storia di militanza, di radicamento sul territorio e di ruoli istituzionali ricoperti a livello locale e nazionale. È un uomo delle istituzioni ma anche di partito, capace di incarnare un equilibrio interno e di parlare a un elettorato che prova a non fermarsi solo ai confini tradizionali del centrodestra. C’è un altro elemento che rende la scelta ancora più significativa: Edmondo Cirielli è salernitano. Con la sua candidatura, Salerno torna ad essere protagonista della politica regionale, proprio nel momento in cui Vincenzo De Luca, non potrà più correre per il terzo mandato a causa del limite normativo. Un passaggio simbolico che conferma il ruolo della città nella guida della Campania e che apre una nuova fase, con un volto diverso ma con lo stesso baricentro territoriale. Dietro questa scelta c’è anche la volontà di Giorgia Meloni di marcare con decisione la presenza di Fratelli d’Italia in Campania, affidando la sfida elettorale a un esponente di primo piano del partito. La premier punta così a consolidare la leadership della sua forza politica in una delle regioni più complesse e decisive del Mezzogiorno. Chi esce sconfitta da questa vicenda è, invece, Mara Carfagna. La sua candidatura, inizialmente accreditata e in alcuni passaggi sostenuta al tavolo nazionale, si è progressivamente indebolita fino a svanire. Negli ultimi giorni il suo nome non circolava quasi più e il verdetto finale certifica un declino politico ormai evidente. L’ennesima occasione mancata per rilanciarsi sulla scena campana, un segnale che pesa e che difficilmente potrà essere ignorato. La designazione di Edmondo Cirielli, insomma, non è solo una scelta personale: è un messaggio. Il centrodestra in Campania ha deciso di giocare la partita sul terreno della politica, affidandosi a una figura che rappresenta esperienza, continuità e appartenenza. In un tempo in cui spesso si invoca la “società civile” come àncora di salvezza, la decisione campana segna un’inversione di rotta: a guidare la sfida è un politico. E da qui parte la vera battaglia per il governo della Regione.





