Ogni fiera enogastronomica è un intreccio di storie, ognuna diversa ma tutte accomunate da un profondo legame con la propria terra e le tradizioni. Dietro ogni prodotto esposto c’è la dedizione di famiglie che hanno investito tempo, energie e sogni, spesso tramandati di generazione in generazione. Il Cilento, con le sue realtà frammentarie e prive di grandi reti imprenditoriali, è l’emblema di questo spirito di sacrificio e amore per il territorio. Ogni piccolo artigiano del gusto Cilentano non lavora solo per sostenersi economicamente, ma per realizzare un sogno: far conoscere la propria terra, preservare le sue tradizioni e tramandarle alle generazioni future. Molti giovani, dopo lauree e master, tornano nel Cilento con idee fresche, determinate a non far morire ciò che i loro nonni hanno costruito. Queste storie, intrise di passione e innovazione, sono quelle che ho avuto il privilegio di conoscere durante l’evento Cilento Tastes tenutosi al Next di Capaccio. Tra le tante storie che mi sono state raccontate c’è Antonio Di Maio, giovane artigiano di Agropoli, che ha saputo dare nuova vita alle tradizioni dolciarie del Cilento attraverso il suo laboratorio di cornetteria. Tra le sue specialità, “a Pizza Roce,” un dolce tipico cilentano a base di crema e vermouth e i Nasprini, biscotti antichi ricoperti da una glassa di zucchero. La sua attenzione alla qualità e alle tradizioni lo sta rendendo un punto di riferimento per chi vuole ritrovare il sapore autentico dei dolci del territorio. Fabio De Luca, con il suo B&B Edwige a Laureana Cilento, che ha deciso di lasciare Bergamo per abbracciare le sue radici e condividere l’amore per questa terra con i suoi ospiti, regala un’esperienza autentica, fatta di calore umano e cibo locale. Giuseppe Pastore che ha trasformato la sua passione per i fichi in una vera e propria impresa: dalle confetture ai distillati, Giuseppe ha saputo valorizzare uno dei prodotti più rappresentativi del Cilento, dando vita a creazioni che raccontano l’evoluzione della tradizione. Iolanda Busillo, che con il suo innovativo progetto di “limoneto adottabile” permette a chiunque di possedere una propria pianta di limone, contribuendo così a un’economia circolare e sostenibile. Tra i racconti c’è anche quello del pasticciere Antonio Venturi di Capaccio, che con le sue letterine dolci trasforma ogni dessert in un messaggio d’amore. I suoi piccoli capolavori di pasticceria viaggiano in tutto il mondo. Non mancano poi le associazioni come “ Sa.Fi.Ra.” che si impegnano a preservare ricette antiche, come quella delle zeppole, e i vignaioli che con grande dedizione lavorano le loro vigne per mantenere intatta la qualità dei vini locali, esempio è l’azienda agricola “Astone” ,dove la moglie si prende cura dell’orto e del B&B, mentre il marito si occupa delle api e della vigna, in una perfetta sinergia tra tradizione familiare e amore per la natura. Vincenzo Brugno, con la sua società di distribuzione Brugno Service, si occupa della vendita di gelati e nuovi dolci. L’Osteria del Notaro da Ceraso che con il suo food truck ha fatto degustare i fusilli di castagne e il ragù di cinghiale che rappresentano un omaggio alle tradizioni locali. Michele Amato, responsabile nazionale di Agrocepi per le eccellenze Made in Italy che ha partecipato portando una selezione di vini locali, il suo impegno si concentra nel valorizzare e far conoscere le produzioni di qualità anche nel mercato internazionale. Partecipare a una fiera significa sostenere questi artigiani, contribuendo a mantenere vive le tradizioni e a far sì che il loro lavoro venga riconosciuto. Ogni fiera è una finestra aperta su un mondo fatto di storie autentiche, di passioni tramandate e di un amore per la terra Cilentana che non conosce confini. Sta a noi valorizzare queste realtà, affinché continuino a prosperare e a raccontare le loro vite. Queste sono solo alcune delle storie, piene di passione e innovazione, di quelle che ho conosciuto durante l’evento Cilento Tastes, poche righe non bastano per descrivere un territorio, ma forse sono utili, per far nascere la voglia di conoscerlo. Raffaella D’Andrea
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