Presentata ieri mattina la rassegna firmata dall’Associazione “Alessandro Scarlatti” di Napoli, che prevede sei prestigiosi appuntamenti per il pubblico salernitano dal 16 novembre al 15 maggio
Di OLGA CHIEFFI
Ritorno alla musica per uno dei gioielli medievali del centro storico di Salerno, la chiesa di San Benedetto, che è sempre stata sede di importanti rassegne concertistiche, su tutte quella firmata da Vittorio Ambrosio, a cavaliere tra gli anni ottanta e i primi anni novanta, che salutò le performance della London Chamber Orchestra, di Gail Gilmore, di Joachin Achucarro e tante stelle del gotha internazionale. La sfida si rinnova, stavolta con la collaborazione dell’associazione Scarlatti di Napoli, nell’anno celebrativo del suo centenario. Può far sensazione in una Salerno, interamente protesa verso il teatro lirico, la scelta di proporre sei appuntamenti cameristici, che vedranno giovani talenti quali Giuseppe Gibboni e Filippo Gorini, dialogare nello stesso progetto con gli endorser Yamaha, sponsor della rassegna, Costantino Catena e Roberto Prosseda, ai quali vanno ad aggiungersi Suyoen Kim e l’Amatis Piano Trio. La minore evidenza gestuale, la riserbatezza dei mezzi e, in genere, la comparativamente maggiore difficoltà di linguaggio, fanno sovente, di un ciclo di concerti da camera, una vera e propria battaglia contro la pigrizia di una parte del potenziale pubblico, nell’interesse dello stesso uditorio, che speriamo possa incominciare a vibrare “per simpatia”, facendo “risuonare” sempre più l’interesse verso il repertorio cameristico, che sa unire alla suprema densità di scrittura non meno straordinaria amabilità e accattivante eloquenza. Il cartellone è stato illustrato ieri mattina dall’Assessore alla cultura Antonia Willburger, che ha voluto far riaprire alla musica la chiesa, che sarà oggetto di visite guidate prima di ogni concerto, per far conoscere le nostre ricchezze, anche in vista dei tanti turisti previsti arrivare in città per la manifestazione Luci d’Artista. La parola è quindi passata al presidente dell’Associazione Scarlatti, Oreste de Divitiis, che ha ripercorso a volo d’uccello la storia del centenario sodalizio artistico, che ha visto varie incursioni nel corso degli anni qui a Salerno, in particolare nelle sale del casinò sociale, rinnovando, così una tradizione della Salerno d’inizi Novecento, di una città a misura d’uomo, che vedeva di passaggio, in città nomi quali Carlo Vidusso, Alberto Poltronieri o un giovanissimo Aldo Ciccolini, una Salerno, allora, consapevole di essere una piccola città di provincia, che ospitò il concerto del grande Nathan Milstein, tenne uno dei suoi primi rècital fuori “cortina”, proprio qui a Salerno, in una piccola strambata durante la serata al San Carlo. Ed erano proprio quelli i tempi del critico musicale Edoardo Guglielmi, catalizzatore della cultura musicale in città, al quale verrà dedicato l’appuntamento del 6 dicembre con il violino solo di Suyoen Kim, impegnata nell’esecuzione dell’ integrale delle Sonate e delle Partite di Johann Sebastian Bach, capolavoro musicale indiscusso, exemplum didattico pressoché perfetto per generazioni di solisti, ma soprattutto, opera di un genio che definisce irreversibilmente identità e orizzonti formali dello strumento a corda, al termine della sua evoluzione storica, scaturenti dalla tensione verso i confini del possibile strumentale. Il direttore artistico Tommaso Rossi, flautista, ha, quindi, illustrato l’intero programma, in cui è il pianoforte a farla da padrone, a cominciare dal concerto inaugurale, previsto per sabato 16, alle ore 19,30, affidato al ventiquattrenne Filippo Gorini con un programma che spazierà da György Kurtág, per giungere alla monumentale Sonata op, 111 di Ludwig van Beethoven, a far da preludio all’anno celebrativo della nascita del genio di Bonn che si svolgerà nel 2020.Fra questi due brani Filippo Gorini eseguirà le otto fantasie che compongono Kreisleriana di Robert Schumann. Il nuovo anno verrà aperto da Costantino Catena, il 10 gennaio, regalandoci uno dei bluemoon più famosi della storia della musica, la Sonata quasi una fantasia op.27 n°2, “Al chiaro di luna”, rimanendo, poi, in ambito romantico con il Robert Schumann di Faschingsschwank aus Wien, dei Fantasiebilder Op.26, e delle Gesänge der frühe Op. 133 e chiudendo con il suo Franz. Liszt delle Réminiscences de Norma, S.394. La primavera è nel violino del giovanissimo Giuseppe Gibboni, il quale in duo con il pianista Fabio Silvestro, dedicherà al suo pubblico il 13 marzo, proprio la Sonata n. 5 in fa maggiore, op. 24 di Ludwig van Beethoven, per quindi passare al suo autore d’elezione, Niccolò Paganini col Rondò La Campanella dal Concerto in si minore n. 2 per violino e orchestra, un florilegio dei 24 Capricci e sigillando questa serata di virtuosismo assoluto con le Variations di Henryk Wieniawski on an original theme op. 15. A chiudere il cartellone, il 17 aprile tocco internazionale con l’ Amatis Piano Trio, che schiera Lea Hausmann al violino, Samuel Shepherd al cello e Mengjie Han pianoforte, per un programma che omaggerà ancora Ludwig van Beethoven con il Trio in si bemolle maggiore op. 11, il Dmitrij Šostakovic del Trio con pianoforte n. 1 e il Franz Schubert del Trio in mi bemolle maggiore op. 100 D. 929. Gran finale il 15 maggio con un altro degli endorser Yamaha, il pianista Roberto Prosseda, il quale proporrà due sonate di Mozart, passando per il Felix Mendelssohn dei sei Lieder Ohne Worte; del Rondo Capriccioso op. 14, della Barcarola Veneziana op. 30 n. 6 e della splendida Fantasia op. 28.