Bungaro: “Da bambino mi mascheravo da Charlot” Sulle note della musica marina di Bungaro, Claudio Tortora ha dichiarato che non ci potrà mai essere spazio per fiction sul genere di Gomorra
Amadeus
Dopo l’intensa tre giorni dedicata al blues, con la felice intuizione da parte di Claudio Tortora, di ospitare in apertura della XXVIII edizione del Premio Charlot, la tradizione universale nata sul Delta del Mississippi, lasciando coinvolgere da questi trovatori del III millennio, un po’ tutta la città, per poi ritrovarsi in serata a danzare sotto il grande palco dell’Arena del Mare, il Premio Charlot entra da oggi nel vivo. La grande sala del teatro delle Arti si è trasformata in un grande acquario, per le prove video e suono di Bungaro, per Mare Dentro, un progetto ideato in esclusiva per il premio Charlot e che vedrà coinvolte altre due anime completamente diverse Noemi e Neri Marcorè, la sera del 28 luglio, accompagnati da un raffinatissimo ensemble, composto da Antonio Fresa piano conductor e arrangiatore, alla viola e al violino Armand Priftuli, al cello Gabriela Ungureanu, doublebass tutto salernitano con Antonio De Luise, mentre alle percussioni ci sarà Marco Pacassoni. “E’ un progetto che nasce per caso – ha detto Bungaro – Un giorno andai al cinema a vedere un film “Mare Dentro” e sono rimasto completamente colpito dalla storia di quest’uomo che non aveva molte possibilità di vita e nonostante tutto è riuscito a creare un mondo leggero e straordinario al tempo stesso. Così ho voluto riportare sul palcoscenico quella stessa sensazione che ho provato guardando questo film. Queste sensazioni di leggerezza e anche di forza, di passione e anche di malinconia che solo il mare è capace di dare. Quello che il pubblico di Salerno vedrà il prossimo 28 luglio, non è un classico concerto. Sul palco ci sarà il mio amico Neri Marcorè, con il quale tempo addietro abbiamo scritto una canzone “Piacere di vederti” che racconta la nostra storia e la nostra amicizia. Con lui cercheremo di coinvolgere il pubblico in questo percorso che non sarà solo musicale, ma che vedrà anche dei momenti di gioco. Ad aiutarci in tutto questo ci sarà poi Noemi, un’artista dalla voce incredibile, una delle cantanti pop più amata del momento. Insomma – prosegue Bungaro – sarà davvero una bella serata, sotto il segno di Charlie Chaplin. E’ difficile da credere, ma è vero. Quando ero bambino, nel giorno di carnevale volevo indossare solo ed esclusivamente il costume di Charlot. Ho sempre amato Chaplin, credo che sia il più grande artista di sempre. Non è facile parlare di lui e neanche dargli una giusta definizione perché lui è stato tante cose insieme. Chaplin è stato un genio, – conclude Bungaro – una persona che da bambino ha ricevuto da Dio un grande dono e la grande l’ha saputo sfruttare in pieno, creando veri e propri miracoli. Da un personaggio come lui c’è e ci sarà sempre da imparare”. Sui bei suoni che rappresentano la vera essenza di Bungaro, abbiamo incontrato il patron del Premio Charlot Claudio Tortora, alla vigilia della competizione, che avrà inizio proprio il 23 con la semifinale dello Charlot Giovani. “L’agone è sempre stata l’anima del Premio Charlot e la porremo sempre in primo piano – ha dichiarato Claudio Tortora -. Come vedete tanto cabaret, ma apertura anche al simbolo iridescente dell’arte, tutta, poiché per creare un evento veramente internazionale bisogna andare oltre la gara di comicità. Quindi, lo scorso anno abbiamo aperto alla musica pop con Sergio Cammariere e Gino Paoli, quest’anno abbiamo iniziato col blues, ma sposeremo la magia del pianoforte di Alberto Pizzo con il vero illusionismo, il progetto esclusivo di Bungaro per la serata del 28 per il primo anno il gran Galà durerà un’oretta, per dar spazio il 29 in seconda serata al sulfureo pianoforte di Stefano Bollani. E ancora il giorno successivo l’intensa Sciantosa di Serena Autieri e le tre serate al teatro dei Barbuti per i più piccoli, nonché la rassegna dei capolavori della storia del cinema qui in teatro. Praticamente, ben 23 spettacoli due progetti esclusivi e due sole serate a pagamento”. Rincara la dose Tortora “Tra i diversi premi, ha continuato il patron, non vedrete mai personaggi della scia di Gomorra. Fiction come queste, fatti salvi gli eccellenti attori, fanno male ai giovanissimi che ancora non posseggono le categorie mentali per guardare taluni spettacoli criticamente e si lasciano affascinare dal linguaggio, dal lusso pacchiano, dai modi di dire e di fare di questi eroi del male, che agiscono, si ammazzano, comandano, muoiono, in totale assenza dello stato e del Bene. Nessun premio ci potrà essere per gli autori di sequel come questi nella nostra manifestazione, poiché il segno distintivo dello Charlot è la poesia dello spettacolo, sia essa amore, denuncia, contestazione, anche guerra, ma mai unilaterale, come nel caso di Gomorra. E’ per questo motivo che la prossima edizione vedrà un incremento dei vari settori, in particolare della musica, per la quale apriremo al jazz e alla grande classica, sempre nel target alto del Premio Charlot.