di Marta Naddei
Tutto in tre giorni. Passaggio in Giunta comunale, determina dirigenziale e pubblicazione di bando e disciplinare di gara. La Centrale del Latte di Salerno è di nuovo ufficialmente sul mercato. Il Comune di Salerno ci ha messo poco più di due mesi per vedere un’asta andare deserta, ipotizzare un fermo di tutta la procedura e lasciare le cose così come stanno attualmente, ma minacciando pesanti tagli ai salari accessori dei dipendenti della municipalizzata, salvo poi tornare alle origini e decidere che la Centrale del Latte va venduta. Insomma, tutto e il contrario di tutto fino a giungere allo sprint di questi ultimi tre giorni in cui sono stati completati tutti i passaggi per riproporre una gara aperta di vendita. Bando di gara sostanzialmente in fotocopia rispetto al precedente – con lo stesso prezzo a base d’asta (che sarà al rialzo), fissato a 12 milioni e 700mila euro (con una cauzione di partecipazione fissata al 2% della cifra, ovvero 254mila euro) ma con l’unica differenza – già anticipata nei giorni scorsi – che questa volta si tratterà di una procedura “aperta” e non più “ristretta”, come invece accaduto a febbraio: per partecipare a questa gara, il Comune di Salerno chiede che le aziende interessate abbiano fatto registrare un fatturato complessivo di 20 milioni di euro nel triennio 2011-2013 (in caso di Ati, il fatturato può essere calcolato su base cumulativa). Rispetto al vecchio bandoche parlava di un“impegno di rilanciare e salvaguardare il know how acquisito dalla società avendo particolare attenzione per l’occupazione sulla scorta dell’indirizzo espresso dal Consiglio Comunale, giusta delibera 29 del 08 luglio 2013” che costituiva per la parte acquirente “un preciso obbligo contrattuale”, per quel che concerne la questione dei livelli occupazionali è stata aggiunta la dicitura “per la durata di almeno tre anni”. Cambia anche tutta la procedura per l’aggiudicazione della gara, che sarà più snella: nessun contratto “due diligence”, nessuna presentazione di più offerte particolareggiate. Ci saranno una offerta economica ed una tecnica che dovranno essere consegnate entro le 12 del 4 giugno per essere poi analizzate, in seduta pubblica, la mattina successiva presso la sala Giunta di palazzo di Città. Insomma, la parola d’ordine che arriva dal Comune è: vendere. Ed a quanto pare anche velocemente. La domanda è: perché?