di Erika Noschese
Arriva sul tavolo della Procura generale di Napoli la situazione finanziaria del Comun di Salerno. Una battaglia che sta portando avanti il consigliere di opposizione Roberto Celano che ha scritto al Procuratore Generale della Corte dei Conti, al Mef, al sindaco Napoli e all’assessore Eva Avossa per denunciare le condizioni finanziarie del Comune di Salerno che oggi «appaiono sempre più preoccupanti». Di fatti, i dati rilevabili anche dal Siope relativi alla incresciosa riduzione delle entrate rinvenibile nel corso dell’esercizio 2023 e confermata nel primo periodo del 2024 rispetto ai corrispondenti periodi dell’anno precedente, unitamente al livello a dir poco approssimativo dei servizi che l’amministrazione riesce a rendere alla città a fronte di una tassazione crescente e difficilmente sostenibile, sono sintomi evidenti delle difficoltà economiche e finanziarie dell’ente. Nello specifico, si evidenzia che per l’esercizio 2022 gli impegni assunti dall’Amministrazione Comunale con il Mef per il “patto Salva Città” si sono solo formalmente rispettati. Nel conto consuntivo approvato per l’esercizio 2022, infatti, si era proceduto ad accertare illegittimamente entrate da alienazioni dei beni e conseguente erroneo riaccertamento dei residui attivi per svariati milioni di euro. Stando a quanto denuncia il capogruppo di forza italia neppure per l’esercizio 2023 l’ente è riuscito a rispettare l’impegno assunto con il mef ed a coprire la quota di disavanzo tecnico così come attestato anche nella nota integrativa al bilancio di previsione 2024. Secondo quanto emerso, inoltre, lo chema del Bilancio di Previsione, approvato dalla Giunta in data 28/02 scorso, presenta, altresì elementi e dati che inducono a dubitare sulla veridicità ed attendibilità del prospetto in esame. «Si dubita fortemente che il bilancio sia stato redatto nel rispetto del Testo Unico Enti Locali e dei vigenti principi contabili e, pertanto, apparrebbe necessaria un’accurata verifica degli aspetti finanziari, con riferimento alla salvaguardia degli equilibri di Bilancio, estendendo l’esame alla concreta attività operativa dell’Ente, alla presenza di passività potenziali, all’accertamento della stabilità degli organismi partecipati e alla ricerca di elementi di rischio in grado di incidere negativamente sull’evoluzione della gestione delle entrate e delle spese». A tal fine Celano evidenzia alcuni punti del documento di previsione che presentano aspetti di apparente criticità: Fondo Pluriennale Vincolato per Investimenti: previsione nulla.: non è precisato il motivo dell’azzeramento che, forse, è frutto della mancata re-imputazione di coperture. Una verifica puntuale della corrispondenza tra fonti e cantieri aperti potrebbe rassicurare circa la prosecuzione dei lavori e il rispetto anche dei tempi di consegna. A tal proposito si evidenzia che la Corte dei Conti – sez. regionale per il Veneto, con la deliberazione 256/2023 censura la mancata valorizzazione degli importi al fondo pluriennale vincolato, demandandone la quantificazione alla fase successiva al rendiconto. I magistrati contabili ricordano che è necessario l’inserimento di tale importante posta contabile in modo coerente con le previsioni dei relativi crono programmi di spesa, aggiornati alla data del bilancio di previsione, al fine di rappresentare correttamente gli equilibri di bilancio per il triennio considerato. Per la Corte, del resto, l’Ente già in sede di assestamento del bilancio precedente dovrebbe disporre quanto meno di una stima dell’ammontare del fpv di spesa da iscrivere in entrata nell’esercizio successivo. Entrate da fiscalità propria: le previsioni per le voci relative al primo titolo di Bilancio appaiono non sostenute dalla preliminare acquisizione dei necessari parametro demografici, economici e sociali. In merito, il DUP è particolarmente carente, mancando di qualsiasi rilevazione idonea a suffragare le decisioni assunte. Sono meritevole di particolare attenzione le seguenti previsioni: Addizionale Irpef per € 19,5milioni in assenza di qualsiasi riferimento agli scaglioni di reddito dei cittadini, rilevabili su siti dedicati; tale valore appare di dubitabile attendibilità se ci si limita anche ad una semplice proporzione che tiene conto dell’accertamento (12,5 mln) evidenziate nell’ultimo consuntivo approvato e della variazione in aumento dell’aliquota relativa al 2024. Una semplice proporzione, in considerazione anche della riduzione non irrilevante dei residenti avutasi negli ultimi due anni, sarebbe sufficiente a palesare l’eccessivo “ottimismo” nella stima dell’entrata in questione. Imposta di soggiorno per € 1,2milioni senza alcun riferimento ai flussi concreti del 2023 per coloro che hanno soggiornato almeno un giorno. Gettiti derivanti dalla lotta all’evasione tributaria: previsione di € 14.260.000,00. Il valore appare assolutamente sovrastimato e necessiterebbe quantomeno di un riferimento concreto che possa dimostrare il grado di efficienza degli Uffici della riscossione e l’efficacia delle azioni di recupero nella misura prevista. In tal senso, sarebbe utile il confronto con i risultati conseguiti nel decorso anno; Entrate da proventi di beni e servizi: previsione di € 36,9milioni. Il valore non è sostenuto da concreti riferimenti documentali, come i contratti per l’utilizzo dei beni di proprietà. In sede di approfondimento, non potrebbe essere omesso la verifica della regolarità della gestione dei beni e degli adempimenti formali; Entrate per canone patrimoniale: previsione di € 3,9milioni. La Relazione precisa che l’importo tiene conto delle concessioni rilasciate e di quelle che si prevede di rilasciare. E’ una osservazione priva di valide argomentazioni; altre entrate da redditi di capitale: previsione di € 7,3milioni. L’entrata appare difficilmente realizzabile, a meno di voler generare squilibri finanziari nelle partecipate; Rimborsi ed altre entrate diverse: previsione di € 6,5milioni. L’assenza di qualsiasi riferimento a fonti certe e reali rende la previsione davvero fantasiosa; Utilizzo dei proventi da concessioni edilizie: la quota del 75% destinata a spese correnti sarebbe penalizzante per le opere di cui la Città ha urgente bisogno; Fondo Crediti Dubbia Esigibilità: previsione di € 24,7milioni. Da quanto riportato nella Relazione, sembra che l’Ente abbia deciso di applicare la media semplice con riferimento a tutti gli incassi di competenza. Tenuto conto delle differenti risultanze contabili nel quinquennio, la scelta potrebbe non assicurare una congrua copertura del rischio. Inoltre, sono state escluse dall’accantonamento le Entrate per IMU e Addizionale Irpef ritenendo insussistente qualsiasi rischio. La previsione potrebbe rivelarsi poco cautelativa; Fondo rischi per spese legali: nessuna previsione. A carico dell’Ente è stato emesso un decreto ingiuntivo per € 3,3milioni su richiesta del Rti interessato ai box di Piazza Cavour ed è in corso un giudizio per l’importo di € 5milioni promosso dall’impresa aggiudicataria dei box a corso Garibaldi. La mancata previsione espone a rischi considerevoli in caso di esiti nefasti in corso di anno. Sono anche note le ricorrenti pronunce giudiziarie a favore di cittadini per danni subiti a causa delle condizioni delle strade e dei marciapiedi. In definitiva, l’assenza di accantonamenti espone a rischi concreti di natura finanziaria. Nel Dup è stato esposto un prospetto di dettaglio delle Entrate 2023 con l’evidenza di una preoccupante contrazione dei valori Accertati rispetto alle rispettive Previsioni. Una verifica è necessaria per escludere ogni timore e perplessità. «Il bilancio evidenzia, inoltre evidenti incongruenze che alterano con certezza gli equilibri di bilancio, rendendolo inattendibile e non veritiero. Si segnala, a tal proposito la nota integrativa il disavanzo presunto da coprire per l’esercizio 2024 risulta Euro 33,616,248,92. Tale importo terrebbe conto anche della quota di disavanzo non ripianata dell’esercizio 2023. Nel bilancio il disavanzo presunto da recuperare è inopinatamente pari ad Euro 25,196,984,16 come si evince anche dalla tabella della relazione dei Revisori dei Conti (oltre che dallo stesso prospetto di bilancio). Tale discrasia è stata prontamente segnalata ai Revisori dei Conti e nel corso del Consiglio Comunale senza che si sia proceduto ad alcuna correzione necessaria per riportare il prospetto contabile nell’alveo del rispetto dei principi di attendibilità e di veridicità. E’ palese che il mancato recepimento in bilancio dell’intera quota di disavanzo da ripianare indicata in nota integrativa comporta uno squilibrio di circa 8 mln di euro. E’ incredibile che si sia approvato con consapevolezza un bilancio che riporta “numeri” differenti da quelli esposti in nota integrativa», ha aggiunto Celano.