C’è il business del “palladio” dietro alle decine di furti di marmitte - Le Cronache
Provincia Angri

C’è il business del “palladio” dietro alle decine di furti di marmitte

C’è il business del “palladio” dietro  alle decine di furti di marmitte

di Anna Villani

Ha destato sconcerto il boom di furti di marmitte avvenuti negli ultimi tempi ad Angri. I ladri hanno operato prevalentemente di notte, indisturbati e invisibili a videocamere e occhi indiscreti. Chi avrà visto tace, chi vorrebbe parlare ha forse paura. Nessun indizio su chi possa essere stato, certamente una banda rispetto ad un ladro solitario capitato in trasferta. Ma perché rubare nel cuore della notte una marmitta catalitica? Il nuovo mercato è rappresentato oggi dal “palladio” che viene ricavato in modo illecito dalle marmitte. In gioco ci sono officine specializzate, poche ma ben note ai malviventi, che spesso ne contano all’interno a decine, impilate una sull’altra. Domanda e richiesta che si incontrano nell’incredulità generale. Pochi grammi ma che fruttano bene a chi porta via il pezzo e a chi lo lavora. Una ricettazione meccanica fatta in modo professionale. La caccia ai catalizzatori impazzerebbe nei comuni più vicini all’area vesuviana favoriti dalla statale 268 “per una fuga senza problemi”. Una marmitta catalitica frutta molto. Mani sopraffini sciolgono il collettore ricavando il palladio che ha raggiunto i 70 euro al grammo. Alcune auto poi hanno una concentrazione maggiore rispetto ad altre, come la multipla ad esempio, tra le più ricercate. Come avviene la sottrazione del catalizzatore? Pochi minuti in cui sono sempre in due ad operare. Il ladro si infila sotto l’auto in sosta, attiva il cric e invece di perdere tempo a smontare la marmitta, la taglia con un flex portatile, un solo strappo portandola via. I ladri vanno a caccia dei metalli preziosi contenuti nel tubo catalitico. Il danno, quindi, per l’automobilista è due volte grave, non solo per la marmitta ma pure per il costo della riparazione che può sfiorare i mille euro. Chi commissiona questi furti indicherebbe pure i modelli di auto da preferire rispetto ad altre. Mentre per il rame occorreva sciogliere i pezzi col fuoco, il lavoro stavolta è più pulito, basta un flex o un’arma affilata. Il taglio va fatto perfetto e senza compromettere le parti che contengono i metalli preziosi. E non è solo il palladio che questi malviventi ricavano illecitamente, ma pure il rodio (valore di mercato 400 euro al grammo) e il platino (valore 30 euro al grammo) seppure in percentuale minima quest’ultimo. Un tempo venivano presi di mira gli pneumatici, anche tutti e quattro di un’automobile, lasciando letteralmente a piedi la povera vittima, poi fu la volta degli autoradio, che venivano estratti dai proprietari e portati a mano mentre passeggiavano sennò gli sfasciavano il vetro, in seguito i tom tom oggi la marmitta. E domani? Non si sa. I ladri si adeguano alle richieste del mercato che occorrerebbe prevenire. Rubano quello che chiede il mercato “nero”. Come difendersi? Impiantare un buon sistema di allarme a bordo dell’auto, evitare di lasciare di notte il veicolo in strada ma soprattutto sollecitare l’uso massimale del sistema di videosorveglianza locale affinchè sia attivo al 100% ed esteso in modo capillare su tutto il territorio. Ma intanto il mercato è fiorente e i furti aumentano, stroncando il mercato, viene messa la parola fine ai furti. Tanti gli angresi che hanno lamentato negli ultimi tempi il furto ed il danno. E molti quelli che rinunciano perfino a sporgere denuncia “perché tanto non serve a nulla” “perché tanto si peggiora sempre e non li prendono mai” “perché tanto non gli fanno mai nulla”. La sfiducia è palpabile e si spera che l’arrivo ad Angri dei fondi per la videosorveglianza dal Ministero dell’Interno possa migliorare efficacemente la sicurezza locale.