Cava. Il Ponte della paura - Le Cronache Provincia
Provincia Cava dè Tirreni

Cava. Il Ponte della paura

Cava. Il Ponte della paura

Un ponte dimenticato e un’intera comunità prigioniera del degrado: è l’allarme lanciato a gran voce dal Comitato “Arti e Mestieri” di Cava de’ Tirreni, che da anni si batte contro l’indifferenza delle istituzioni. Al centro della loro disperazione c’è un viadotto cruciale, la cui stessa identità è avvolta nel mistero: “Nessuno sa come si chiami questo ponte, nemmeno è censito”, tuonano i membri del Comitato, denunciando una situazione di abbandono che si trascina da ben quarant’anni. Quest’infrastruttura, che dovrebbe collegare la strada statale 18 con via Arti e Mestieri, è in realtà l’unico varco pedonale verso il cuore della città. La sua genesi, un tempo affidata all’Asi, è oggi oggetto di un rimpallo di responsabilità tra l’ente e il Comune di Cava, con il risultato che nessuno si assume l’onere della manutenzione e della messa in sicurezza. La pericolosità del ponte è evidente e inaccettabile: i cittadini, incluse le fasce più vulnerabili come bambini che vanno a scuola, disabili e anziani, sono costretti a sfidare il pericolo percorrendo la carreggiata priva di marciapiedi, dove sfrecciano anche i mezzi pesanti. Le paratie fatiscenti e i fili dell’alta tensione scoperti completano un quadro di rischio costante. Il Comitato ha esaurito ogni via di comunicazione, interpellando Procura, Prefetto, Asi, Comune e Regione, ma l’unica risposta ottenuta è stata un silenzio assordante e una totale inerzia. “Sono circa tre anni che segnaliamo la sua pericolosità”, ribadiscono i residenti, angosciati dagli “stranissimi rumori” che il ponte emette al passaggio dei camion più pesanti, un sinistro presagio del deterioramento dei giunti, che non risultano mai essere stati revisionati. La paura più grande è che questo “ponte fantasma” possa crollare da un momento all’altro, travolgendo le abitazioni e le vite di chi vi dimora al di sotto. Ma la condizione di abbandono dell’area non si limita al solo ponte. I membri del Comitato lamentano un’emergenza igienico-sanitaria e ambientale di proporzioni allarmanti. “Siamo abbandonati nella spazzatura,” denunciano, sconfortati dalle promesse mai mantenute di attivare la raccolta porta a porta, un’attesa che si protrae da oltre due anni. L’assenza di illuminazione, soprattutto nelle zone più isolate, ha trasformato l’area in un rifugio per tossicodipendenti e senzatetto, offrendo un desolante “biglietto da visita” di degrado a chiunque giunga a Cava de’ Tirreni dall’uscita autostradale. Non solo, l’area è diventata teatro di sversamenti illeciti, con detriti e persino amianto abbandonati per settimane a ridosso delle abitazioni, in assenza di qualsiasi sistema di videosorveglianza. La frustrazione del Comitato è palpabile, specialmente nei confronti del Prefetto, la cui “indolenza e inerzia” sono state più volte segnalate, senza mai ottenere risposte concrete o verifiche della situazione. Nonostante un incontro con la commissione Trasparenza del Comune, che aveva promesso di inviare gli atti alla Procura, anche in quell’occasione non c’è stato alcun riscontro, lasciando i cittadini in una condizione di profonda disperazione e impotenza.