Cava de’ Tirreni. Mediante la formazione e l’emissione di mandati di pagamento ritenuti fittizi, cospicue somme di denaro sarebbero state sottratte al Comune di Cava de’ Tirreni: quattro indagati (per ora) dalla procura di Nocera Inferiore che ha chiesto e ottenuto dal gip nocerino un sequestro beni per 212mila euro a carico delle persone ritenute responsabili del raggiro. Tra loro un paio di imprenditori e due dipendenti (funzionari) del comune metelliano. Il blitz è stato firmato ieri mattina dagli uomini della Guardia di Finanza di Salerno guidati dal capitano Eugenio Mero. Il sequestro in soldi ha interessato i funzionari dell’ente e due imprenditori rappresentanti di società con sedi legali in Campania e Basilicata. Il reato contestato dagli inquirenti, procura nocerina in testa, è di peculato, falso ideologico e autoriciclaggio, commessi in concorso in modo continuativo in danno del Comune di Cava de’ Tirreni dal 2022 al 2024. Secondo la prospettazione investigativa della procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore guidata dal facente funzione Roberto Lenza, condivisa dal giudice per le indagini preliminari, è emersa la distrazione di fondi pubblici perpetrata da uno dei pubblici ufficiali in servizio presso l’Ente in concorso con gli amministratori di fatto e di diritto delle società oggetto dei provvedimenti emessi da questo Ufficio. Mediante la formazione e l’emissione di mandati di pagamento falsi, cospicue somme venivano accreditate sui conti correnti di soggetti economici riconducibili agli indagati. La Procura sottolinea che il sequestro preventivo d’urgenza è stato disposto per neutralizzare il rischio di dispersione del patrimonio nella disponibilità degli indagati. Su tali beni, in caso di eventuale condanna definitiva, potrà scattare la confisca obbligatoria per equivalente, fino a concorrenza delle somme ritenute indebitamente sottratte alle casse comunali. Si tratta di una misura cautelare reale, che non equivale a un accertamento di colpevolezza, ma punta a preservare risorse che, secondo l’impostazione degli inquirenti, deriverebbero dall’illecito. Le verifiche proseguiranno con l’analisi della documentazione sequestrata e con ulteriori attività investigative, anche attraverso l’ascolto di persone informate sui fatti.





