di Andrea Pellegrino
Illegittime le delibere per l’acquisizione al patrimonio pubblico delle abitazioni abusive di Cava de’ Tirreni. La Procura generale della Corte d’Appello di Salerno ribadisce il concetto: gli atti di destinazione degli immobili ad housing sociale non possono concretizzarsi perché non prevedono l’intervento della Soprintendenza. Il Comune di Cava de’ Tirreni ci ha riprovato, nei giorni degli abbattimenti, e dopo lo stop già incassato dal Tribunale amministrativo di Salerno. Nulla da fare, dunque: alla base ci deve essere il parere della Soprintendenza che non può essere by- passato ed affidato alla commissione locale per il paesaggio. La Soprintendenza aveva già espresso il suo parere negativo, impugnato nel settembre di un anno fa innanzi al Tar di Salerno. I giudici amministrativi erano stati già chiari: nessuna acquisizione era possibile senza il via libera dell’organo soprintendizio. Da qui la decisione dell’amministrazione comunale di affidare il parere alla locale commissione paesaggistica, riaprendo così un procedimento
già concluso. Ma nonostante ciò, nei giorni scorsi, prima dell’avvio dell’azione delle ruspe, il sindaco Enzo Servalli si sarebbe rivolto alla Corte d’Appello per chiedere la sospensione degli abbattimenti. Un
ricorso vano che, anzi, avrebbe acceso i riflettori sulla procedura fino ad ora utilizzata. Il procuratore generale della Corte d’Appello, in- fatti, avrebbe tracciato un doppio profilo di illegittimità: l’adozione delle delibere senza il parere obbligatorio della Soprintendenza e la riapertura del procedimento amministrativo. Una circostanza, questa, che non escluderebbe all’orizzonte una indagine da parte
della Procura della Repubblica sulla lunga e complessa vicenda gli abbattimenti nella vallata metelliana.
Al Tar l’amministrazione comunale s’appello contro il parere negativo espresso in conferenza dei servizi. Tra il 2010 ed il 2012 il Consiglio comunale di Cava de’ Tirreni aveva deliberato il “preminente interesse pubblico” per non abbattere sedici case abusive, insistenti su aree sottoposte a tutela paesaggistica e già acquisite al patrimonio comunale. In conferenza di servizi venne ufficializzato il no della Soprintendenza, acquisito poi dal dirigente del settore che nel maggio 2014 dichiarava conclusa la procedura prendendo atto del “vincolante” parere negativo. A questo punto il Comune di Cava de’ Tirreni avrebbe dovuto provvedere alle demolizioni. Da qui il ri- corso al Tar, bocciato dai giudici amministrativi. Una sentenza che ha dato forza anche all’azione penale che ha dichiarato l’illegittimità delle delibere adottate. La scorsa settimana la macchina delle ruspe si è già messa in moto. Al- l’orizzonte ci sono già altri venti decreti di abbattimento.