Caterina Miraglia. No al terzo mandato - Le Cronache
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Caterina Miraglia. No al terzo mandato

Caterina Miraglia.  No al terzo mandato

di Erika Noschese

Ultime ore di campagna elettorale per i candidati al Parlamento Europeo. In queste ore gli ultimi appelli al voto, ultimi incontri con gli elettori e i cittadini. A lanciare il suo ultimo appello al voto Caterina Miraglia, candidata al Parlamento Europeo con la lista Stati Uniti d’Europa nel collegio sud.

Professoressa Miraglia, ultimissimi incontri con gli elettori. I giochi ormai sono fatti…

«È improbabile che in questi ultimi giorni possano accadere eventi in grado di indurre gli elettori, che hanno deciso di recarsi alle urne, a modificare la loro intenzione di voto. Ho avuto la sensazione, però, che, dopo un’iniziale freddezza, sia aumentato il numero di persone interessate a partecipare a scelte che investono il futuro del nostro paese e si sia consolidata la consapevolezza che l’Europa si trova di fronte ad un passaggio storico per la sua sopravvivenza nello scacchiere mondiale. È, quindi, possibile che anche nelle ultime ore chi oggi dichiara di volersi astenere decida di scendere in campo modificando le previsioni dei sondaggi».

Scuola e giovani, come incrementare sulla formazione?

«La nostra lista punta a consentire ai giovani di effettuare negli altri Paesi dell’Unione esperienze di studio specificamente devolute alla promozione della cultura nelle sue molteplici declinazioni ed implicazioni. Per attuare questo obiettivo proporremo di allargare e consolidare il progetto Erasmus e di istituire, a tal fine, un Fondo unico europeo per la mobilità universitaria, consentendo ai giovani di iscriversi a qualsiasi università del territorio UE, con sostegno economico per trasferimento e permanenza all’estero, sulla base di requisiti di merito. Per quanto concerne la scuola occorre rendere più omogenei in Europa i percorsi di formazione in modo da facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro. Non bisogna, però, svalutare la specificità delle tradizioni culturali di ciascun paese, che ne costituiscono patrimonio immateriale intangibile. Né commettere l’errore fatale di abbassare il livello della preparazione teorica degli studenti: la scuola deve aprire le menti educandole alla capacità di riflessione e di analisi per offrire agli studenti gli strumenti utili per il futuro apprendimento delle professioni».

Stati Uniti d’Europa è più di un progetto politico. Quale la sua sensazione?

«Stati Uniti d’Europa guarda lontano, cercando di non inciampare nel presente. Il suo è l’unico progetto dotato di prospettiva politica per una profonda riforma della governance delle istituzioni dell’Unione Europea. Noi vogliamo ristrutturare in senso federativo le competenze ed i poteri decisionali della UE, superare la frammentazione del mercato in settori strategici come quelli dell’energia, della difesa e delle telecomunicazioni, de-ideologizzare le politiche ambientali, eliminare il voto all’unanimità per le decisioni del Consiglio Europeo che bloccano fondamentali provvedimenti di Politica estera e di sicurezza comune, Siamo ovviamente consapevoli che si tratta di un progetto ambizioso e di non breve periodo, ma siano guidati da leaders di provata esperienza e competenza, che sanno sognare senza essere velleitari».

Da dove riparte post voto?

«Confido che questa competizione elettorale sia il primo passo per la costituzione di un’area politica stabile, che sappia sintetizzare i valori della cultura liberale, riformista e popolare, che nel nostro paese hanno un enorme potenziale inespresso. Si riparte in ogni caso da questo progetto, in cui crediamo molto per la crescita culturale e democratica del nostro paese. Si ragiona già in vista delle regionali. Continuerà questo percorso politico? «Io mi sono prestata alle responsabilità politiche in continuità con la mia storia di lunga militanza nell’accademia e nelle istituzioni ed ho intrapreso questo percorso politico con grande entusiasmo. Non mancherà, in ogni caso, il mio contributo di idee per il successo del progetto di Stati Uniti d’Europa anche a livello regionale, perché sarà necessario un forte radicamento anche territoriale».

Terzo mandato alla Regione, favorevole o contraria?

«Se si segue l’orientamento della Corte Costituzionale in tema di leggi quadro, la legge statale 165/2004 non dispone direttamente un limite di due mandati, ma piuttosto l’obbligo per le regioni di inserire tale limite nella legge elettorale, senza però prevedere termini oltre i quasi scatta l’autoapplicazione diretta della norma. Perciò i governatori che reclamano il proprio diritto ad una terza candidatura nelle Regioni, che non hanno recepito la norma statale, non vanno contro la legge, Altra questione è quella dell’utilità di un divieto, che risponde ad una visione deteriore e punitiva della politica, che non condivido. Penso che debba essere sempre l’elettore a decidere se un governatore sia meritevole di proseguire o meno il suo percorso sulla base di una valutazione del suo operato pregresso, tanto più se di lungo corso».

Ultimo appello al voto: scegliere Caterina Miraglia perché…

«Se me lo consente, il mio ultimo appello è: andate a votare, non lasciate che siano altri a decidere del vostro destino e di quello delle generazioni future. Non andare a votare non viola soltanto un dovere costituzionale ma significa abdicare al proprio ruolo di cittadino di una comunità democratica. Votate per Stati Uniti d’Europa se avete a cuore le sorti della comunità europea. Anche se mi imbarazza sollecitare il voto per me, datemi fiducia, se volete, per i valori ai quali ho cercato di ispirare la mia lunga attività di docente universitaria e di amministratore pubblico».