di Rosa Coppola,
inviata da New York
Il processo civile contro la Scuola Internazionale EF Academy di Thornwoodhttps a New York, dove fu trovato senza vita il 17enne italiano Claudio Mandia, si fara’ nella Grande Mela. I giudici hanno respinto la richiesta, presentata dagli avvocati della Scuola privata, di trasferire la causa civile a Zurigo, in Svizzera (loro sede legale, ndr), accogliendo di fatto le ragioni dell’avvocato George Bochetto che assiste Mauro ed Elisabetta Mandia, genitori dello studente italiano morto suicida il 17 febbraio dello scorso anno.
“Siamo estremamente soddisfatti e pronti a ripartire perche’ giustizia sia fatta. Viva Claudio sempre”, ci dicono lapidari Mauro ed Elisabetti che da un anno si battono per dimostrare “percorsi educativi” portati avanti dalla Scuola alquanto discutibili. Pressioni psicologiche che non avrebbero tenuto conto della fragilita’ del ragazzo di Battipaglia.
Claudio era infatti reduce da un periodo di isolamento che lo avrebbe portato all’espulsione per aver copiato un compito. Da li’, la privazione del cibo, di incontri, e soprattutto la mancanza di pathos, cosi’ come denunciamo da tempo i gentiori. Nessuno avrebbe capito le reali condizioni del ragazzo nonostante le reiterate richieste d’aiuto. Gli stessi genitori avrebbero trovato difficolta’ ed ostacoli nel dialogare con la Scuola. E, in verita’, negli ultimi mesi, grazie alla denuncia dei salernitani, molti ex studenti hanno pubblicamente raccontato le “disavventure” vissute nella Scuola che ha persino bloccato i commenti (pertinenti al caso) sui social.
Ora, la svolta che si attendeva da mesi.
La decisione della Corte e’ puntuale, dettagliata e rimanda al mittente le motivazioni che appaiono della Scuola che non trovano nessun accoglimento.
Una “bella notizia”, anche se di bello in questa vicenda non vi e’ nulla, ma che consente di procedere nel solco iniziato. Si rimboccano le maniche, ancora una volta, Mauro ed Elisabetta, pronti a ripartire ed entrare nel vivo della battaglia civile.
Ma facciamo un passo indietro e ricostruiamo la storia.
E’ il 17 febbraio e dagli Stati Uniti arriva la notizia della morte di Claudio Mandia, che avrebbe compiuto di li’ a qualche ora il suo diciottesimo compleanno.
Il giovane avrebbe ricevuto una punizione, un isolamento di tre giorni, con l’accusa di aver copiato un compito d’esame, importante perchè propedeutico in vista del diploma finale. Il suicidio sarebbe legato al timore di essere espulso. Ma alla fredda cronaca vanno aggiunti i dettagli, quella che fanno la differenza, specie in una Scuola dove ci si aspetta che i professori sappiano fin dove spingersi. Claudio vive male, ovviamente, la intera situazione. Isolamento, privazioni, dialogo inesistente. Basta poco e qualcosa scatta.
Mauro ed Elisabetta atterrano a NY e vengono accolti dalla notizia. Inizia il calvario giudiziario e personale. Il primo prima o poi terminera’, il secondo segnera’ sempre le vite dei genitori.