Nei primi sei mesi del 2014 il flusso di nuovi mutui alle famiglie per l’acquisto dell’abitazione in Campania è cresciuto del 12,3%, ben 9 punti percentuali in più rispetto alla media Italia (3,4%). Si tratta di un’immissione di 603,6 milioni di euro nel mercato delle abitazioni. Il dato, sebbene positivo, va in ogni caso contestualizzato in uno scenario nel quale spicca il trend del -67,7% riferito alle variazioni percentuali nel periodo 2007-2013. Dal punto di vista finanziario – per evidenziare la gravità della situazione al 31 dicembre 2013 – si è assistito ad una contrazione di gravissime proporzioni: si è passati, cioè, da 3 miliardi e 200 milioni di mutui erogati nell’anno precedente la crisi (2007) al miliardo e 42 milioni di euro della fine del 2013.
I dati sono stati elaborati dal Centro Studi Ance Salerno sulla base di un’analisi del Centro Studi di Ance nazionale che ha preso in considerazione i flussi messi a fuoco dalla Banca d’Italia. Alla ripresa dei mutui si abbina, però, una variazione tendenziale ancora negativa dei nuovi finanziamenti alle imprese per investimenti in edilizia residenziale e non residenziale. In particolare, in Campania nei primi sei mesi del 2014 l’erogazione del credito alle imprese per edilizia residenziale si è contratto del 16,7%, passando dai 168,7 milioni di euro del primo semestre 2013 ai 140,5 del primo semestre 2014. Ancora più ampia la forbice negativa per l’edilizia non residenziale che accusa un -23,1%. In questo caso si è passati dai 143,4 milioni del primo semestre 2013 ai 110,3 del pari periodo 2014. In entrambi i casi (residenziale e non residenziale) i tassi di contrazione in Campania risultano superiori alla media Italia: -14,2% per il residenziale; -15% per il non residenziale.
«I segnali di ripresa nei processi di erogazione dei mutui per l’acquisto della casa – evidenzia il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi – ci dicono che l’attenzione verso gli investimenti nel mattone da parte delle famiglie è sempre alta. Finalmente il sistema bancario asseconda in maniera meno restrittiva questa domanda e, sebbene con gravi ritardi, si assiste ad un inizio di ripartenza in un segmento delle costruzioni indubbiamente molto rilevante. Non si può non rimarcare ancora una volta – continua Lombardi -il permanere di un approccio negativo delle banche in generale verso il sistema produttivo, ma in particolar modo verso il comparto dell’edilizia come confermato da più fonti statistiche. evidente – conclude Lombardi – che occorre intervenire in maniera operativa e funzionale sul versante della riattivazione degli investimenti pubblici e privati, stimolando la domanda e, soprattutto, ripristinando le condizioni minime di agibilità creditizia per tutte le aziende della lunga filiera delle costruzioni ed intervenendo in primo luogo a supporto delle micro e piccole aziende alle prese con una crisi di portata storica».