Carmelo Conte: “De Luca vuole candidarsi a segreteria nazionale del Pd, deve andare a casa” - Le Cronache
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Carmelo Conte: “De Luca vuole candidarsi a segreteria nazionale del Pd, deve andare a casa”

Carmelo Conte: “De Luca vuole candidarsi a segreteria nazionale del Pd, deve andare a casa”

di Erika Noschese

“Pare che De Luca voglia candidarsi alla segreteria nazionale del Pd, insieme ad altri personaggi minori in Italia ma non sanno che sono loro a dover andar via, lasciare spazio ai giovani e a chi oggi ha una visione di futuro”. Parla così l’ex ministro Carmelo Conte, intervenuto ieri alla presentazione di Critica Sociale, la rivista socialista fondata a gennaio del 1891 da Filippo Turati. In un fascicolo di 60 pagine edito da Biblion Edizioni rivive la storia del più antico partito della sinistra italiana, il Psi, del quale quest’anno ricorre il 130esimo della fondazione con un numero speciale presentato ieri mattina.
Conte, oggi in città per presentare un numero speciale di Critica sociale all’indomani della sconfitta del centrosinistra e, dunque, anche del Psi…
“Io credo che il Psi non è stato sconfitto in campagna elettorale anche perché non era candidato il Partito Socialista italiano. Oggi, invece, è un commento, una discussione che riguarda un pezzo della storia socialista, di uno dei suoi fondatori il quale al congresso di Bologna del 1919 fece una profezia con la quale preannunciava quanto accaduto nel 1921, la scissione: disse, in quell’occasione, che era necessaria l’autonomia della sinistra, allora non rispetto al comunismo bensì ai liberali, ai poteri, alla borghesia. Discorso di profezia che poi completò nel 1921 a Livorno a proposito di quanto sta oggi accadendo ovvero che la Russia sarebbe diventata un mito, chiusa in sé stessa armandosi e diventando una potenza militare, dimenticando di avere un territorio vastissimo, 60 volte più grande dell’Ucraina, se vogliamo stare nell’attualità, e poteva offrire una potenzia al servizio del socialismo reale. Questo non avvenne, a Livorno fondò il socialismo. Richiamo questo perché è in atto l’occupazione dell’Ucraina, un episodio come quello dell’invasione dell’Ungheria quando io sono diventato socialista. Noi discutiamo di un profeta, di quello che ha saputo vedere nel tempo, attuale; l’ultimo articolo della rivista è intitolato “25 settembre”, data che potrebbe segnare una svolta nel nostro Paese e in Europa se ci saranno riflessi rispetto alla scelta fatta dall’Italia di avere la destra al governo e agli equilibri europei; sicuramente segna una svolta per la sinistra in Italia”.
E a proposito di sinistra, non si placa la polemica tra il Pd e gli alleati della coalizione con uno scaricabarile continuo. Forse, servirebbe un passo indietro di tutti…
“Secondo me il Pd o fa un’autocritica totale e rinnova completamente il suo gruppo dirigente e non vedo con quali personalità lo possa fare o rischia la divisione; il Pd è alla vigilia della fine, da socialista ho vissuto la fine del socialismo quando Craxi andò all’estero e, lentamente, il Pd farà lo stesso a meno che non imbocchi una nuova strada. Mi dicono che De Luca voglia candidarsi e come lui altri personaggi minori in giro per l’Italia ma non è il momento per questi personaggi, sono quelli che se ne devono andare, lasciare la scena libera affinché, se possibile, emergano nuove personalità, giovani, gente con un pensiero di futuro e non di gestione; credo che la crisi sia profonda, bisogna guardarsi attorno perché a destra si è formato Azione, un partito che ricicla come facevano quelli liberali nella prima Repubblica. Oggi c’è una sinistra che non c’è, un paradosso ma credo si possa ricominciare partendo dai temi, come il Mezzogiorno perché qui si sintetizzano tutte le povertà, tutte le difficoltà; nel Mediterraneo ci può essere la svolta per l’Europa e ragionando su questi temi si potrebbe mettere in piedi un’idea di socialismo, di sinistra nuova”.
Una rivista che gira attorno al fondatore del Psi, qui mancano esponenti del partito. Perché la scelta di escluderli?
“Questa rivista è stata fondata da Turati che l’ha diretta per tantissimi anni. È una personalità grande, per lungo tempo la rivista ha coinciso con la sua storia, le sue battaglie, le sue vittorie, le sue sconfitte e il suo esilio poi è diventata un ricordo della nostra storia di socialisti. Oggi esce con riflessioni, di tanto in tanto smette di pubblicare e ricomincia; l’ultimo numero sintetizza l’attualità a partire dal pacifismo, liberismo, socialismo e c’è un tentativo di rilanciarlo: ha una sede a Milano, insieme alla fondazione Turati, molto attiva culturalmente e politicamente. Si tratta di vedere se la rivista vuole svolgere un ruolo di tipo culturale, considerato che si tratta di una rivista di riflessioni sociali, di studi sociali e lo era già allora ma ora vuole essere un giornale di battaglia ma deve avere una periodicità più breve. Staremo a vedere. C’è Massimiliano Amato, co-direttore e speriamo riesca a convertirla in politica di lotta”.
Cosa ne pensa delle dichiarazioni di De Luca, commentando la sconfitta elettorale?
“Sono sorprendenti, credo che le abbia fatte guardandosi allo specchio”.