di Arturo Calabrese
Si è tenuto ieri sera il tanto atteso consiglio comunale a Capaccio Paestum dopo l’arresto di Franco Alfieri di giovedì 3 ottobre. L’attenzione era tutta sulle comunicazioni del presidente del consiglio Angelo Quaglia e sulla vicesindaco, oggi sindaco facente funzioni, Maria Antonietta Di Filippo.
A prendere la parola per primo è Quaglia che parla di una pagina particolarmente triste per Capaccio Paestum: «Siamo ancora scioccati – le sue parole – ma è nei momenti difficili che dobbiamo trovare la forza per andare avanti stando uniti. Non abbiamo bisogno di maghi ma solo di responsabilità, non abbiamo bisogno di falsi veggenti, false resurrezioni. Tutti insieme continueremo a scrivere la storia di questa città, in attesa che il nostro sindaco rientri nel suo ruolo».
L’intervento di Quaglia viene accolto da un fragoroso applauso dei consiglieri di maggioranza. A questo punto, va in scena la sindaco facente funzioni, la vicesindaco Maria Antonietta Di Filippo che oltre ad esprimere vicinanza alla famiglia dell’arrestato, si arroga il diritto di potersi rivolgere alla magistratura, indicando ai giudici un metro da adottare. «Invito la magistratura – dice in pubblica assise colei che sta sostituendo Franco Alfieri e che nel comunicato a caldo dopo l’arresto pare si fosse sostituita anche agli stessi giudici – a far sopravvivere una giusta interpretazione perché sono convinta che la dinamicità porti a frasi e atti sconvenienti. Prego quindi la magistratura di prestare attenzione».
Divere quindi le prese di posizione e i consigli verso chi sta portando avanti l’inchiesta che ha visto tra gli arrestati oltre a Franco Alfieri, la sorella Elvira, legale rappresentante della Alfieri Impianti, Andrea Campanile, membro dello staff del sindaco sospeso, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, rispettivamente legale rappresentante e procuratore speciale della Dervit, e Carmine Greco, responsabile tecnico del Comune di Capaccio nonché Rup dei procedimenti al centro dell’indagine. Gli altri punti all’ordine del giorno, dopo le comunicazioni, vedevano degli aspetti burocratici che sono stati ovviamente votati dalla maggioranza.
Le reazioni
Ieri mattina, nel merito era intervenuto Carmine Caramente, già candidato sindaco, che ha aperto diversi scenari. «Un consiglio comunale senza sindaco è inopportuno – le sue parole – ritengo che, senza indugio alcuno, va proposta la riapertura dei manicomi. In questo momento – aggiunge – la giunta comunale, essendo composta da quattro componenti e una sola donna (25% di quota di genere invece del 40% come previsto dalle norme) è illegittima e illegittimi sono i suoi atti».
Si rivolge quindi agli amministratori: «Il Sindaco non si conta, altrimenti prima, dato che era due sesti, era illegittima? Insomma, se volete stare in regola dovete nominare ad horas un assessore donna e ripristinare la quota dei due quinti di donne in giunta. sl Sindaco non si conta, ripeto». Le opposizioni esterne al consiglio sono d’accordo sulle dimissioni, per fare in modo che il comune possa uscire presto dal pantano nel quale è ovviamente finito.
Il consigliere di minoranza Emanuele Sica interviene sulla questione degli arresti e invita senza se e senza ma l’attuale maggioranza a dimettersi.
«Ad una settimana dal suo arresto è ormai vitale che il sindaco Franco Alfieri faccia un passo indietro e rassegni le sue dimissioni, permettendo alla città di Capaccio Paestum di voltare pagina e superare il delicato impasse in cui versa. Nel ribadire un sincero spirito garantista non posso che riporre piena fiducia nell’operato della magistratura, l’unica legittimata a chiarire fatti e responsabilità. Parole forti quelle di Sica.
«La situazione resta delicata e, da quanto abbiamo potuto apprendere da documenti ufficiali resi noti dai mezzi di informazione, si prevedono tempi lunghi per dirimere la questione dal punto di vista giuridico-legale».
«Un’attesa che Capaccio Paestum non può permettersi a causa della grave crisi economico-finanziaria in cui è stata portata dalla gestione Alfieri degli ultimi 5 anni ed a cui l’amministrazione in carica non è in condizione di far fronte, sia per un chiaro deficit di legittimazione, a seguito dei fatti riguardanti il sindaco, sia per le evidenti corresponsabilità che la stessa ha nell’aver avallato supinamente tutte le scelte amministrative di questi anni che ci hanno portato a tale situazione».
«D’altronde, come si potrebbero giustificare azioni irresponsabili e scellerate come nascondere, per 6 lunghi mesi e fino a dopo le amministrative di giugno, al consiglio comunale e alla comunità intera la nota della Corte dei Conti e la relazione dei Revisori che certificavano, già a febbraio 2024, il disavanzo milionario e la conseguente crisi finanziaria dell’ente. Questo è il modus operandi con cui è stata amministrata questa città – conclude – sacrificando gli interessi della collettività in nome di un tornaconto personale».