di Pina Ferro
Cinquecentomila euro. E’ la somma che Antonio Campione, imprenditore nel settore immobiliare di Battipaglia, avrebbe chiesto a Gianluca La Marca del Caseificio Tre Stelle di Eboli per “abbandonare” l’asta per l’acquisto di alcune aziende in difficoltà. E’ quanto ha affermato il boss ed ex collaboratore di giustizia Giovanni Maiale, rendendo dichiarazioni spontanee, nel corso di una delle ultime udienze celebrate dinanzi al Gup del Tribunale di Salerno, Giandomenico D’agostino. Nelle dichiarazioni rese, Giovanni Maiale, alias Giovaniello, ha sottolineato che il loro grande accusatore, ovvero Antonio Campione, in realtà ha provato a mettere in atto un’estorsione ai danni dell’imprenditore lattiero caseario di Eboli. Campione, secondo le dichiarazioni di Maiale, aveva intenzione di lucrare sull’intera operazione di acquisto all’asta delle aziende. “Voleva porre in atto un estorsione attraverso me”. Ha spiegato al Gup l’ex capo dell’omonimo clan camorristico della Piana del Sele. Campione avrebbe rinunciato alla partecipazione all’asta dietro il pagamento di ben 500mila euro. Quanto affermato da Giovani Maiale dinanzi al Gup, in qualche modo coincide con le dichiarazioni rese a suo tempo dall’imprenditore La Marca all’indomani dell’arresta ed in qualche modo sono sulla stessa linea del racconto,intercettato in carcere, e reso da Maiale alla figlia ed alla moglie nel corso di un colloquio. “…..perchè quello è un uomo di merda proprio….io sono andato da quello…questo Tonino qua ….era uno che stava con me tanti anni fa…si è rubato un miliardo di lire e tutto cose…questo pezzo di merda…Questo cornuto ha usato me per incularsi a quel cristiano, a quello delle mozzarelle”. Aveva raccontato Giovanni Maiale alla moglie ed alla figlia. Ora l’intera vicenda sarà sviscerata nel corso del dibattimento che avrà inizio il prossimo 23 aprile dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Salerno.