di Michelangelo Russo
Quando ci sono i nomi di Marco Alfano e Giorgio Napolitano, critici d’arte e appassionati scopritori di tesori, spesso sconosciuti, delle nostre terre, il pubblico alla presentazione degli eventi è assolutamente garantito. E così è stato venerdì 5 gennaio, nel salone della Provincia di Palazzo Sant’Agostino. E’ stato presentato il Calendario del 2024, edito da Andrea De Luca, con la pubblicazione di molte opere inedite di Irene Kowaliska, figura ormai leggendaria della ceramica vietrese degli anni ’30 del secolo scorso, e regina delle arti decorative italiane nella prima metà del Novecento. La famiglia De Luca, industriali della cartotecnica, ha la vocazione meritoria alla tutela del grande patrimonio artistico di Salerno e provincia; e lavora da decenni, con la pazienza degli amanuensi medioevali, per tramandare alla memoria delle generazioni a venire l’immagine di grandezza culturale che ricevette dalla sorte il territorio salernitano, ospitando una moltitudine di artisti tra i più grandi che hanno fatto conoscere Salerno (loro, e non le luminarie di Natale) nel mondo. La sera del 5 gennaio nel salone della Provincia c’è stata la borghesia pensante, e non la plebe osannante degli annunci pubblicitari delle grandi opere di fantasia. E c’era anche qualche politico lungimirante, come Sindaco e Assessore di Vietri, e il Sindaco di Positano. Nessuno dell’Amministrazione di Salerno. Che però il giorno successivo, guarda caso quello della Befana, appare su queste colonne con il viso accattivante dell’Assessore Loffredo, che porta nel sacco della befana l’annuncio del Ripascimento che si farà quest’anno. Ovviamente non dice che il ripascimento degli anni scorsi, di fronte al Sea Garden, è stato già mangiato dalle mareggiate. A proposito, non sarebbe stata questa serata di presentazione una buona occasione per fare un annunzio concreto in favore del tesoro artistico nostrano, sepolto nei depositi soprattutto della Provincia? Una politica avveduta, e non aggrappata al gioco degli illusionismi, avrebbe colto l’opportunità di specificare che cosa intende (parole di De Luca junior) per polo museale nello storico vecchio Tribunale abbandonato. Andrea De Luca, nel discorso finale, con garbo ma con fermezza ricorda, senza citarli, quei politici convinti assertori della frase sciagurata “con la cultura non si mangia!”,“Con la cultura si vive, e si fa sopravvivere la nostra identità e la nostra storia. Divulgando nel mondo l’immagine dell’immenso patrimonio artistico che abbiamo ereditato!”. Così conclude, con una percepibile sfida all’ignavia della Politica, l’industriale Andrea De Luca. E l’aula della borghesia pensante lo applaude convinta. C’è ormai una frattura insanabile tra l’Arena dei Pooh al Crescent e quella salernitanità professionale che ama ancora la Città. Questa è gente che pensa e che parla. E la parola è più forte delle chiacchierucce su Tik Tok e Facebook. La parola viva scava tunnel sotto traccia, e prepara la frana che verrà. Nel frattempo, l’immagine della città perde un altro pezzo. E’ un pezzo modesto, perché allocato nella periferica Mariconda. Il vecchio palazzetto Liberty, storica sede della pizzeria Carminuccio, con le sue bifore che evocavano l’antico gusto per il bello che aveva finanche l’edilizia rurale di un tempo, è stato abbattuto alla chetichella. Ne verranno tanti mini-appartamenti anonimi, che frutteranno tanti bei soldini ai veri padroni di questa città. Quelli della filiera del cemento. Ora, l’edificio non era vincolato dalla Sovrintendenza, e il Comune quindi sta a posto, apparentemente. Ma, quando si urla dai balconi “Farò Salerno più grande e più bella di pria” (sia lodato sempre Petrolini!), che ci vuole a impartire agli uffici Comunali dell’Urbanistica una direttiva di segnalazione al Sindaco dei progetti edilizi di sconquasso degli edifici di un certo pregio, affinché il Sindaco si prenda la responsabilità o meno di sollecitare la Soprintendenza?