di Andrea Pellegrino
Mai più ultimi è stato lo slogan di Vincenzo De Luca alle scorse elezioni regionali. Oggi, a distanza di un anno dall’insediamento, è davvero così? Per Stefano Caldoro, predecessore di Vincenzo De Luca a Palazzo Santa Lucia, «siamo primi solo sulle nomine. La Regione si è trasformata in un «nominificio». E sui fondi europei, altro cavallo di battaglia dell’ex primo cittadino di Salerno, Stefano Caldoro, oggi capo dell’opposizione in Consiglio regionale, affonda il colpo: «E’ tutto fermo». Siamo ad un anno di amministrazione De Luca in Regione Campania; il suo slogan è stato “mai più ultimi”, contrastando proprio la sua gestione. Presidente Caldoro, dopo dodici mesi, in che posizione stiamo? «Ultimi, siamo tornati ultimi dopo solo un anno. Nella sanità si perdono risorse, lavori pubblici fermi, i trasporti nel caos. La Regione è trasformata in un ‘nominificio’, è la vecchia politica. Quella degli incarichi senza la giusta meritocrazia». Sanità, recentemente il governatore ha constatato i commissari nominati dal Governo, quale è ad oggi la situazione? «Quando non si hanno idee, capacità di programmare e voglia di studiare i temi si preferisce la strada dello scontro e dell’insulto. Il presidente della Regione cerca nemici, non la soluzione ai problemi. Un giorno attacca i medici, un altro i commissari di Renzi. Finirà per prendersela con i cittadini che chiedono sanità. La Regione Campania, con noi, aveva archiviato il deficit e, dal 2014, registrato addirittura un avanzo di cassa. Le migliori performance italiane, riconosciute dallo stesso Ministero la scorsa settimana. Con i conti in ordine si garantiscono migliori prestazioni, più efficienza, una migliore sanità». Sempre sulla sanità, la nuova scelta di nominare i direttori generali cambiando così una norma nazionale, qual è il suo pensiero? «Un errore grave. La Giunta lavora perché la politica, la peggiore politica, metta le mani sulla sanità. Il percorso che avevamo avviato, in linea con le norme nazionali, garantiva competenza ed indipendenza dei manager. Avevamo messo al centro il merito e la trasparenza. Con i cambiamenti della maggioranza conterà solo l’appartenenza partitica. Un ritorno agli anni più bui. Mi auguro qualcuno fermi questo scempio e qualcosa si muove in questa direzione». Aumenta il numero dei consiglieri politici, su questo punto pare che De Luca batta tutti. «Qui siamo primi. Il campione del mondo degli incarichi, delle prebende e delle consulenze. Dalle partecipate, che non sono diminuite, alla giunta ‘ombra’». A proposito della sburocratizzazione, a che punto è la legge? «Ferma, come sono fermi tutti i provvedimenti e le discussioni più importanti. Regna il caos e gli uffici, per le indecisioni della politica, sono bloccati. La sburocratizzazione è uno slogan. La Giunta pensi ad abrogare leggi, come facemmo noi. La Campania affonda nella palude burocratica. Basta vedere i dati». Non pensa, infine, che c’è stata una opposizione abbastanza morbida in questo primo anno? «Siamo presenti tema su tema. Mai una opposizione strumentale ma sempre una azione tesa a difendere l’interesse generale. Questa maggioranza pare si diverta a sbagliare e ad isolarsi». Ultima domanda: la partita dei Fondi Europei, cavallo di battaglia di De Luca in campagna elettorale, è cambiato qualcosa? «Lo chiederei agli amministratori, ai sindaci ed ai cittadini. Dopo la nostra idea della accelerazione della spesa, con una opera pubblica in ogni comune, tutto fermo. Copino le nostre iniziative, sulla programmazione siamo stati fra i primi in Italia, ed inizino a spendere concretamente le risorse europee».