di Andrea Pellegrino
Il fatto non sussiste. Poco dopo le 17,45 la Corte d’Appello ha pronunciato la sua sentenza, smontando il ricorso della procura di Salerno e chiudendo in cassetto la «Severino». Assoluzione per De Luca, Barletta e Di Lorenzo per la nomina del project manager per la (non) realizzazione del termovalorizzatore di Cupa Siglia. La telefonata del governatore arriva poco dopo la sentenza pronunciata da Michelangelo Russo. «Finalmente», dice De Luca al telefono con Paolo Carbone. Poi una breve chiacchierata anche con il professore Andrea Castaldo, suo secondo difensore, sostituto in corso d’opera del dimissionario Antonio Brancaccio. Proprio Castaldo ieri era stato protagonista di una arringa durata quasi l’intera mattinata sotto l’attento occhio di Felice Marotta, ex capostaff di De Luca. Poi la soddisfazione nel pomeriggio espressa anche durante la breve telefonata con il governatore: «Presidente ce l’abbiamo fatta. Si concentri sul suo lavoro che è importante, poi ci sentiremo con calma».
Addio, dunque, alla Severino e ai suoi effetti. Resta il ricorso in Corte Costituzionale ma la partita sospensione si chiuderà (perché venuta meno la materia del contendere) al Tribunale Civile di Napoli, davanti al quel collegio che un tempo contemplava il giudice Anna Scognamiglio, prima dell’inchiesta romana (che vede indagato lo stesso governatore) ed il conseguente trasferimento ad altro Palazzo di Giustizia.
E gli effetti (quelli imposti dalla legge anticorruzione) cadranno anche per Alberto Di Lorenzo, nell’ultimo anno destinato ad altro incarico al Comune di Salerno, con evidenti danni economici che potrebbero aprire anche un eventuale contenzioso in vista dell’assoluzione. Ed all’atto della sentenza di assoluzione, l’ex project manager ha esultato: «Abbraccio tutti quelli che mi hanno sostenuto e incoraggiato». Nulla cambia per Domenico Barletta, dirigente in pensione.
Ma ciò che cambierà sicuramente è lo scenario politico a Palazzo Santa Lucia. L’assoluzione per Vincenzo De Luca apre una nuova fase politica in Regione e sostanzialmente avvia in pieno la consiliatura regionale, partita zoppa. Non si esclude che da qui a breve ci sia una accelerata sul rimpasto. De Luca dovrà abbandonare la soluzione tecnica e di emergenza per aprire ai partiti all’interno del governo regionale. E la lista delle richieste è già lunga. A partire dall’Udc e da Ciriaco De MIta che ha già calato il suo nome (Biagio Iacolare) per un posto nell’esecutivo. In pressing su De Luca c’è poi Mario Casillo che sogna la delega ai trasporti ed il posto di vicepresidente, oggi occupato da Fulvio Bonavitacola che a sua volta potrebbe essere calato alle prossime amministrative a Salerno. Infine Franco Alfieri, sindaco di Agropoli che da Vincenzo De Luca attende il giusto riconoscimento per il sacrificio elettorale. Insomma archiviata la partita giudiziaria ora si apre quella estremamente politica, fino ad ora bypassata in attesa di conoscere il destino del governatore della Campania.