di Andrea Pellegrino
E’ stato ascoltato per oltre due ore, l’avvocato Gianfranco Brancaccio, coinvolto nell’inchiesta Scognamiglio. Ieri si è tenuta la nuova udienza preliminare a carico degli indagati e il Gup scioglierà le sue riserve il prossimo 25 gennaio, quando si esprimerà anche sulla richiesta di archiviazione per il presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca. Ma gli occhi sono tutti puntati verso Nello Mastursi, l’ex capo della segreteria del presidente della Regione, fedelissimo di Vincenzo De Luca, che ieri ha confidato tutte le sue speranze nelle dichiarazioni di Brancaccio. Ma l’avvocato ha parlato un grosso “equivoco”. Di telefonate “fraintese” e di incontri che non si sono tenuti. L’unico, conferma, è stato con Marra, marito del giudice Scognamiglio (relatrice dell’udienza sulla sospensiva della sospensione per effetto della legge Severino per Vincenzo De Luca) ed aspirante direttore generale di una azienda sanitaria della Campania. Il 25 il giudice dovrà pronunciarsi anche sulla richiesta di rito abbreviato avanzata dal legale di Nello Mastursi. La vicenda nasce da una intercettazione captata dalla Procura di Napoli e poi passata all’attenzione dei pm capitolini. Secondo gli inquirenti, il marito del giudice, Guglielmo Manna, avrebbe proposto all’ex capo della segreteria di De Luca, Nello Mastursi, di intercedere presso la moglie prima della pronuncia della sentenza sulla sospensione disposta per il governatore, all’epoca condannato per abuso d’ufficio, in base alla legge Severino. Nella vicenda sono coinvolti anche altri intermediari, tra cui l’avvocato Brancaccio ieri ascoltato dal giudice in udienza preliminare. L’accusa per tutti è di concussione per induzione.