Un insediamento in pompa magna con tanto di discorso… politico. È stato questo il pomeriggio di Franco Benincasa nel suo primo giorno ufficiale alla guida della Vietri Sviluppo. Accompagnato dai quattro neo consiglieri d’amministrazione Pellegrino, D’Amore, Salzano e Trezza, l’ex primo cittadino ha incontrato anche i dipendenti della municipalizzata per fare il discorsetto d’inizio mandato. Ma il suo ingresso nella Vietri Sviluppo è stato accompagnato anche dal sindaco Giovanni De Simone, dai residui assessori che gli sono rimasti e dai consiglieri di maggioranza o quello che ne resta. Voleva essere un segnale di pieno sostegno a Benincasa e si è trasformato nella più classico imprimatur di natura politica del mandato dell’ex primo cittadino. Alla faccia delle «posizioni marcatamente politiche e partitiche espresse», come recita il provvedimento della revoca dell’incarico all’ex assessore al turismo Antonello Capozzolo dell’altro ieri.
Sta di fatto che la presenza di De Simone conferma la debolezza della nomina di Benincasa, contestata dalle opposizioni, accettata male anche da qualcuno della stessa maggioranza che non è ancora venuto allo scoperto ed accolta pure peggio dai vietresi che non hanno mancato di esprimere tutto il proprio disappunto sui social e nei chiacchiericci che in queste ore si sono intensificati nella cittadina alle porte della costiera amalfitana. Le facce attorno a Benincasa non erano del tutto felici, i sorrisi a denti stretti non mancavano ma non mancavano neanche i volti delusi di qualcuno della maggioranza che ha saputo a cose fatte della capriola ai vertici della Vietri Sviluppo ed ora mastica amaro, anche per questioni etiche che stanno irrimediabilmente condizionando la vita di tutti i giorni ed i rapporti con i propri elettori.
Benincasa voleva la presenza di sindaco e giunta per dare forza a se stesso, il risultato è che le spalle non sono abbastanza forti per un mandato pieno e lungo. Lo dimostra anche lo stesso discorso verso i dipendenti, ricco di messaggi sotto traccia per il loro futuro e di qualche loro parente, in linea con lo stile più volte palesato in passato per arrogarsi consensi “spontanei”.
Sulla nomina di Benincasa restano sempre forti le perplessità di carattere etico ed anche sull’incompatibilità del suo incarico. Se dal punto di vista politico le conseguenze sono già in itinere, il conflitto d’interessi è palese. Suo figlio Daniele è presidente del consiglio comunale ma è anche titolare di deleghe alla Ceramica, al Commercio ed Attività Produttive, all’Informatizzazione, al Contenzioso ed al Demanio. Prerogative che lo rendono amministratore pubblico a tutti gli effetti e quindi pongono lui o il padre in posizione incompatibile con il ruolo. Come dire: il figlio che controlla l’operato del padre pone un serio problema di correttezza amministrativa e legale. Un punto questo che va dipanato e presto per garantire l’azienda Vietri Sviluppo che è patrimonio dei vietresi e non proprietà privata. Come anche l’altra incompatibilità, quella del neo consigliere Fausto Salzano che è il genero della vice sindaco Angela Infante. Insomma, di parenti in giro ce n’è un po’ troppi.
Se poi si vuole porre la questione sotto il profilo essenzialmente politico la nomina di Benincasa appare quanto mai singolare anche per la giustificazione alla nomina. De Simone lo chiama per mettere le cose a posto alla Vietri Sviluppo che è nata e cresciuta proprio sotto le amministrazioni Benincasa e, quindi, è il maggiore responsabile della situazione attuale dell’azienda visto che in passato ne aveva il controllo e la gestione.
Certo è che questo incarico sta già creando sconquassi tra maggioranza ed opposizione. Tra questi ultimi non mancano le prese di posizione dei vari partiti che ora si stanno svincolando dalla coalizione che ha sostenuto De Simone. Dopo Fratelli d’Italia potrebbe essere anche la volta dei Socialisti di Maraio che ad ore terranno un vertice sulla situazione vietrese. Anime in pena anche nella stessa maggioranza. Come detto, non tutti hanno accettato la scelta di De Simone di rimettere in pista Benincasa, non solo perché la discontinuità con le passate gestioni era uno dei punti cardine dell’alleanza ma l’avvento dell’ex sindaco pone ora la questione di un nuovo equilibrio tra le parti. E non è detto che gli effetti non siano devastanti.