di Olga Chieffi
“Giunt’è la Primavera e festosetti/La salutan gl’augei con lieto canto….” . Dedichiamo i versi del programma della Primavera di Antonio Vivaldi, quale talismano di piccole ebbrezze per la rassegna “Benedetta Prima…vera”, presentata ieri mattina da Antonio Marzullo, segretario artistico del massimo cittadino, ospite del Sindaco Vincenzo Napoli. Si inizierà Si riprenderà stasera, alle ore 20, al Teatro Verdi, con il violoncellista Giovanni Sollima alla testa dell’Orchestra Cherubini, in doppia veste di direttore e solista per una rarissima chicca musicale, il concerto di Gaetano Ciandelli, primo violoncello del San Carlo, nell’Ottocento e docente del Conservatorio San Pietro a Majella. Il Paganini napoletano, mise da parte le sirene del genio del violino, realizzando un’estetica propria per consolidare l’identità musicale della sua città, così da renderla, insieme, tradizione e innovazione, sul pentagramma. Si procederà con Fecit Neap 17 una sua composizione, dove mixa memorie del barocco napoletano ad atmosfere orientali per chiudere con il secondo dei concerti di Haydn, tra virtuosismo scintillante ma non ostentato, con un naturale equilibrio tecnicismi e interesse puramente musicale. Il 27 marzo, verrà rappresentata “La cambiale di matrimonio”, la prima opera di Gioachino Rossini, la farsa in un atto, contenente già tutti gl’ingredienti che presto avrebbero conquistato il mondo musicale: ricca invenzione melodica, magistrale intreccio fra voci e orchestra, concertati a perdifiato che genereranno nell’uditorio un’irresistibile ilarità. “Abbiamo immaginato – ha dichiarato il Sindaco – di tenere i concerti nella chiesa di San Giorgio, gratuiti, che il Comune ha deciso di offrire ai nostri concittadini” Quindi, dal 7 maggio sino al 5 giugno, appuntamento fisso del sabato con i concerti di questo maggio musicale salernitano, che verrà inaugurato da Raffaella Cardaropoli, con l’orchestra Filarmonica Salernitana, diretta da Daniel Oren, per il I concerto in do maggiore, di Joseph Haydn dedicato al violoncellista Joseph Weigl senior, in servizio presso gli Esterhàzy, caratterizzato da un funambolico virtuosismo della parte solistica, soprattutto nell’ultimo movimento. Il 14 maggio saranno di scena I Solisti Veneti diretti da Giuliano Carella, che apriranno di fatto le celebrazioni del centocinquantenario del Verdi, poiché lo inaugurarono nel 1994 dopo la lunghissima chiusura dovuta al terremoto del 1980, protagonisti di un programma dal titolo “Magia degli archi”, che principierà con la terza suite delle Antiche arie e danze per liuto di Ottorino Respighi, una partitura emblematica di una delle principali tendenze della musica italiana del Novecento, quella alla riscoperta della secolare tradizione strumentale italiana. Poi, la Fantasia di Antonio Bazzini su La Traviata da considerarsi una tra le più brillanti e rappresentative parafrasi su temi verdiani, per quindi chiudere con il Quartetto in Mi minore nella versione orchestrale di Giuseppe Verdi, scritto nel 1873 durante le prove dell’Aida, al Teatro San Carlo, una risposta a quanti dicessero che la musica strumentale più alta fosse di stampo tedesco. Il 21 maggio torna a Salerno il Quartetto Prometeo con Giulio Rovighi e Aldo Campagnari al violino, Danusha Waskiewicz alla viola e Francesco Dillon al cello, esecutori di un programma particolare a partire dalla Suite Arcana intrigante gioco di specchi tra presente e passato, rielaborazioni di musica antica ad opera di compositori contemporanei e due gemme della letteratura per questa formazione il Quartetto n° 5 in Si Bemolle Maggiore op.92 di Sostakovich e il celeberrimo lLa morte e la fanciulla di Schubert. Il 28 maggio sul podio Daniel Oren, per presentare la giovanissima pianista Salome Jordania, che eseguirà il Concerto per pianoforte e orchestra n°2 in Fa minore di Fryderyk Chopin, l’orchestra, da manuale, espone i due temi principali, poi, il solista deve subito entrarà in scena con il suo potenziale virtuosistico e l’orchestra farà da sfondo. Finale il 4 giugno con il Pavel Haas Quartet con Veronika Jaruskova e Haterina Gemrotova al violino, Pavel Nikl alla viola e Pater Jarusek al cello, per lo Schubert del quartetto n°15 in Sol Maggiore D 887 e il Dvoràk del quartetto n°13 in Sol Maggiore op.106. Una rassegna cameristico-sinfonica che vedrà il pubblico salernitano fare a gara per entrare, in particolare negli appuntamenti con orchestra, poiché il nostro gioiello barocco è splendido ma non contiene più di un centinaio di persone e se effettivamente si vuole venire incontro ai giovani i concerti si sarebbero dovuti svolgere, in uno spazio più grande. Non siamo immemori delle attese e delle polemiche per gli inviti per un concerto di Uto Ughi al Duomo di Salerno o nel 1997 della stessa Filarmonica Salernitana proprio in San Giorgio. Naturalmente, ci sarà modo di ripensare la formula di prenotazione o di location. Non per ultimo il pensiero di tutto il mondo dell’arte vola ai popoli in guerra e si sta pensando ad un evento in favore dei cittadini ucraini: la ri-nascita dell’umanità può solo avvenire dalle tavole di un palcoscenico.