di Monica De Santis
“Sulla scelta di Piazza della Libertà si è scritto molto, forse troppo, ma non voglio assolutamente alimentare ulteriormente il fuoco delle polemiche”. A dirlo è l’arcivescovo di Salerno, Monsignor Bellandi, che in una lunga nota spiega il perchè delle decisioni assunte in merito ai festeggiamenti per il Santo Patrono. Monsignor Bellandi si rivolge a “tutti i fedeli di Salerno e dell’intera Arcidiocesi, ma anche a coloro che non si riconoscono appartenenti alla nostra Chiesa e tuttavia considerano la figura dell’apostolo ed evangelista un punto di riferimento identitario molto sentito e particolarmente amato. Anche quest’anno la tradizionale processione per le vie del centro non potrà aver luogo, per l’emergenza pandemica. Potevamo limitarci, di conseguenza, alla consueta celebrazione Pontificale in Cattedrale al mattino, con la presenza tuttavia limitata al solo clero, alle autorità e a qualche rappresentanza di categorie, ma ho ritenuto, opportuno dare un segno di vicinanza del Patrono (e della Chiesa) all’intera città chiedendo che – eccezionalmente – la celebrazione avvenisse in un luogo che potesse permettere una maggiore affluenza di persone, duemila posti a sedere, in ogni caso quasi dieci volte tanto di quelli possibili in Cattedrale. A presiedere la S. Messa è stato invitato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato e – come tale – il più stretto collaboratore di Papa Francesco. Anche questo ha inteso essere un segno di apertura ad orizzonti più grandi, oltre che una manifestazione di affetto e di vicinanza verso il Santo Padre”. Dice ancora Bellandi, che tornando poi sulla scelta di Piazza della Libertà dice… “Ci tengo soltanto a ribadire, per amore di verità, che una volta avuta l’assicurazione dell’agibilità della Piazza e ascoltate e accolte – attraverso un dialogo con le diverse autorità cittadine – le motivazioni che ragionevolmente indicavano quel luogo come assolutamente da preferirsi per un tale evento, ho dato serenamente e convintamente il mio assenso a tale scelta. In ogni caso mi auguro – ma sono del tutto fiducioso – che, alla fine, proprio nel nome di San Matteo prevarranno i tanti motivi che uniscono la nostra popolazione. Il 21 settembre dovrà essere una festa per tutti, un’occasione per riaprire i nostri cuori alla speranza, guardando le nostre radici e incamminandoci insieme nella ripresa di una socialità che sia all’insegna della ricerca del bene comune, del sostegno ai più fragili e dell’accoglienza di ogni persona, anche e soprattutto di chi ha trovato nel nostro territorio una nuova possibilità di vita, venendo da situazioni di conflitto ed estrema povertà”. Poi l’arcivescovo conclude affermando che “Con qualche annotazione di carattere organizzativo. Come accennato, sarà possibile accedere alla piazza solo per il numero stabilito di duemila persone, che avranno garantito il posto a sedere con il dovuto distanziamento. Coloro che sono in possesso di invito nominativo avranno accesso alla Piazza attraverso il varco prospiciente il Molo Manfredi; tutti coloro che intendono presenziare alla celebrazione – fino al raggiungimento della capienza stabilita – entreranno attraverso un varco aperto in corrispondenza del Lungomare. Per la sicurezza di tutti coloro che prenderanno parte alla celebrazione è fortemente raccomandato l’uso della mascherina con il possesso del certificato di vaccinazione. Sarà comunque assicurata la ripresa televisiva per coloro che rimarranno a casa”.