«Battipaglia terra dei fuochi? Solo un danno d’immagine» - Le Cronache
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«Battipaglia terra dei fuochi? Solo un danno d’immagine»

«Battipaglia terra dei fuochi? Solo un danno d’immagine»

di Erika Noschese

«Paragonare Battipaglia alla terra dei fuochi è un danno d’immagine, per tutto il territorio provinciale di Salerno». A tentare di chiarire la situazione rifiuti a Battipaglia il presidente della Provincia di Salerno, Michele Strianese che, seppur velatamente, non risparmia accuse all’amministrazione guidata dal sindaco Cecilia Francese: «Eviterei questo scontro che non serve a nessuno, siamo qui come Provincia, come Regione, come Ente d’Ambito per i rifiuti, a confermare la nostra disponibilità nei confronti dell’amministrazione comunale di Battipaglia, al sindaco, alla cittadinanza tutta – ha dichiarato il numero uno di Palazzo Sant’Agostino – Sono disponibile a dialogare, se necessario, con i comitati per spiegare bene le situazioni. Noi non dobbiamo fare scaricabarile, da fastidio e dispiace che si metta in mezzo una sorta di countdown, come se la Provincia e la Regione avessero i giorni contati per prendere provvedimenti che sono normativamente e giuridicamente difficili da inquadrare». Il settore Ambiente della Provincia ha effettuato uno studio, a livello provinciale, con un censimento degli impianti presenti sul territorio salernitano. Dagli approfondimenti effettuati è emerso che, per tentare di arrestare il problema rifiuti è necessario un intervento diretto del Comune di Battipaglia: la Provincia, di fatti, potrebbe vincolare aree e insediamenti industriali tramite una procedura di variante urbanistica. Con una variante al Puc, dunque, si possono individuare aree dove si vincolano determinate destinazioni d’uso che dovranno poi essere approvate dalla Provincia, concedendo il parere di conformità alla variante urbanistica, con riferimento al piano territoriale di coordinamento provinciale. «C’è una concentrazione di impianti sul territorio di Battipaglia, c’è una situazione allarmante da monitorare e controllare, il problema c’è e siamo qui per dare una mano ma non si può dire che siamo inadempienti – ha poi aggiunto Strianese – il Comune facesse una variante, vincolasse destinazioni d’uso e la Provincia è disponibile ad accelerare le procedure per la variante al piano territoriale di coordinamento provinciale. Io credo che parlare di terra dei fuochi sia un allarme spropositato che non fa altro che danneggiare Battipaglia, i comuni limitrofi e l’intera provincia di Salerno». Nel mese di aprile 2019, il consiglio comunale di Battipaglia ha proposto di adottare un criterio per limitare l’insediamento sia di nuovi impianti che l’ampliamento di quelli esistenti, chiedendo alla Provincia l’adozione di un criterio localizzativo su scala comunale per l’insediamento degli impianti di trattamento degli impianti di trattamento sia pubblici che privati, sia urbani che speciali, pericolosi e non nell’agglomerato Asi e nella zona Omogenea D2 (Spineta) di Battipaglia. Il settore Ambiente di Palazzo Sant’Agostino, dal canto suo, è stato incaricato di effettuare il censimento di tutti gli impianti di recupero rifiuti, individuando i criteri – che di fatto non sono presenti – per l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero rifiuti. Non è possibile procedere con l’adozione dei criteri in quanto lo Stato non ha adottato alcun atto generale in questo senso, ragion per cui la Provincia non può limitare, a priori, l’insediamento nelle aree industriali di Battipaglia di impianti di rifiuti pubblici o privati. Il censimento è stato effettuato con la geolocalizzazione sul territorio provinciale di 210 impianti di rifiuti distribuiti sul territorio salernitano con l’utilizzo di software Gis-Arcgis, distinguendoli in base alla tipologia di rifiuti oggetto di recupero. Il territorio di Battipaglia, nello specifico, conta 24 impianti di recupero rifiuti, pubblici (attualmente solo lo Stir) e privati ma, ad oggi, sussiste un divario tra i quantitativi di rifiuti autorizzati e quelli realmente gestiti: in pratica, infatti, gli impianti trattano un quantitativo del 6% rispetto a quello autorizzato con intervalli che vanno dal 27 al 0.6% del proprio potenziale. «Come ente d’ambito diamo il nostro contributo a tutti i comuni che ne fanno parte affinché anche situazioni pregresse che purtroppo nel caso specifico su Battipaglia parliamo di situazioni stratificate negli anni che hanno consentito di impiantare strutture pubbliche e private che trattano i rifiuti», ha dichiarato il presidente dell’Eda (Ente d’Ambito di Salerno), Giovanni Coscia. Per Strianese, inoltre, è necessario incrementare i controlli e lavorare sulla presenza di eventuali autorizzazioni da revocare. Ex Stir. Il sindaco di Battipaglia Cecilia Francese, nella mattinata di ieri, ha annunciato che, nel corso di alcuni controlli sono state rilevate irregolarità nella quantità di rifiuti stoccati: “La task force composta dalla Polizia Locale, dai Vigili del Fuoco, dai funzionari Arpac, grazie all’alta attenzione posta in essere dal settore Ambiente del Comune, ha effettuato nelle ultime settimane tanti interventi. I Vigili del Fuoco hanno effettuato, nel periodo in cui il termovalorizzatore di Acerra era in manutenzione, un controllo al Tmb di Battipaglia rilevando alcune irregolarità nella quantità dei rifiuti stoccati. E’ stato concesso dai Vigili del Fuoco un periodo di 45 giorni per ottemperare alle prescrizione ed è già pervenuta nota di asseveramento secondo i termini di legge”. Nella giornata di ieri sono stati avviati tutti i controlli necessari