di Oreste Vassalluzzo
BATTIPAGLIA. Cemento, cemento e ancora cemento. Il preliminare di Puc che il commissario prefettizio Mario Rosario Ruffo intende approvare prevede, con l’accordo dei partiti che hanno partecipato al laboratorio politico istituito dall’ex amministrazione Santomauro, la realizzazione di 1600 nuovi alloggi. Ma c’è di più. Sarà varato il grande progetto che ha visto uniti trasversalmente esponenti politici di maggioranza e opposizione. Si tratta dell’edificazione nella zona mare di Battipaglia. Circa 400 ettari di terreno, soprattutto nei terreni della ex Valsecchi ora di proprietà, almeno in parte, del cavaliere Marano. Famiglia originaria di Scafati che da tempo ha messo radici a Battipaglia con interessi economici non indifferenti nella cittadina della Piana del Sele. Una zona in cui, secondo le indicazioni del piano territoriale di coordinamento provinciale, dovrà ospitare le strutture accessorie al nuovo porto commerciale di Salerno. Ora delle due l’una. O il commissario prefettizio Ruffo, nascondendosi dietro agli atti dovuti e alla legge, ha varato un preliminare di Puc “politico”. Oppure non si è resi conto di farlo in ogni caso. Da più parti si è parlato di Puc realizzato solo dai tecnici. Dallo staff comunale assegnato alla redazione del nuovo piano urbanistico comunale. Pasquale Angione (dirigente del Comune), Valter Fabietti (consulente nominato da Santomauro per il Puc), Antonio Parente (tecnico comunale), Attilio Busillo (tecnico comunale) e l’ingegnere Della Rocca (esperto di ambiente) hanno disegnato il Puc, o meglio parte del nuovo piano urbanistico, in completa solitudine dopo le audizioni che si sono svolte nei mesi scorsi. La sintesi, è vero, non c’è stata. Non c’è stato cioè un confronto serio e la scelta definitiva di una cornice comune, con la discussione tra maggioranza e opposizione, del futuro sviluppo urbanistico di Battipaglia. Ma qui tecnici hanno lavorato su un documento uscito fuori dal laboratorio politico del Puc a cui hanno lavorato sia esponenti di maggioranza che di opposizione. La commissione portò all’attenzione del consiglio comunale, nel 2012, un documento in cui si prevedeva la realizzazione di 4500 nuovi alloggi. Poi ridotti a 1600 con un intervento della Provincia. E si tratta delle stesse linee guida sulla base delle quali hanno lavorato i tecnici con la direzione di Valter Fabietti. L’impronta politica c’è eccome. Solo pochi politici, Cecilia Francese di Etica ad esempio, non ha mai partecipato al laboratorio politico sul Puc. Si tratta quindi di un documento, quello che Ruffo intende approvare, che affonda le radici in una impronta politica ben definita e che riprende le indicazioni dell’ex amministrazione Santomauro. Chi verrà dopo, il prossimo sindaco per intenderci, dovrà muoversi sui paletti che già sono stati posti da Santomauro. Una griglia ampia ma pur sempre già tracciata. Si tratta di un atto politico in piena regola che il commissario prefettizio intende approvare sotto il “cappello” dell’evitare il commissariamento da parte della Provincia. L’altro aspetto, da non sottovalutare, è il costo sociale ed economico che l’approvazione del preliminare del Puc avrà sulle casse dell’ente e sul futuro della città. Facciamo un esempio. Se oggi il Comune approva per un terreno un progetto di edificabilità, pone un’aspettativa che il prossimo sindaco si troverà a dover fronteggiare. E se la prossima amministrazione in quel terreno non prevede interventi edilizi per altre scelte politiche? Ecco che si crea quel circolo vizioso fatto di ricorsi al Tar e di contestazioni che metteranno a rischio le casse già malandate del Comune di Battipaglia. Il commissario prefettizio ha fatto la sua scelta. E a conti fatti non è del tutto favorevole al futuro della città.