di Pina Ferro
Ha tentato di difendersi con una ricostruzione poco attendibile dei fatti. Una ricostruzione che non ha convinto il pubblico ministero Katia Cardillo che al termine della requisitoria ha chiesto l’ergastolo per Ionut Alexa, il 32enne accusato di aver pestato Natalino Migliaro, deceduto a distanza di due mesi al Campolongo Hospital. La Corte d’Assise del Tribunale di Salerno deciderà nella seconda metà di gennaio.
Ieri mattina, in aula c’erano anche i genitori di Natalino, che attendono giustizia per quel figlio morto a 33 anni dopo un lungo calvario. La mamma ed il papà del 33enne si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Maria Gabriella Gallevi.
Natalino Alvino, nell’ottobre del 2014, era in auto con la fidanzata in via Idrovora a Battipaglia quando è stato picchiato selvaggiamente da due persone (uno sarebbe il 32enne mentre il secondo non è stato identificato) mentre la ragazza fu violentata.
Ionut Alexa, difeso da Mario Pastorino, ieri ha anche reso delle dichiarazioni spontanee, in particolare, l’uomo detenuto presso la casa circondariale di Fuorni, ha riferito di non essere presente la sera dell’aggressione e che il suo sperma rinvenuto sulla gamba della giovane donna in realtà ci è finito per caso: una prostituta avrebbe raccolto un suo profilattico e poi l’avrebbe gettato in quell’area. Insomma una ricostruzione alquanto imprecisa.
Va anche ricordato che nel corso della penultima udienza il 32enne dalle sbarre dell’aula minacciò di morte tutti i presenti.
Il rumeno ha sempre respinto l’ accusa di aver partecipato all’aggressione e nel corso del processo ha più volte reso dichiarazioni spontanee. In precedenza ha affermato di essere solo intervenuto per sedare una lite tra italiani.
A incastrare Ionut è la prova del Dna rinvenuto sulla gamba della ragazza.
pi.fe.