Promessa mantenuta a Battipaglia da parte dell’amministrazione comunale. Nella mattinata di ieri, infatti, si è tenuto un consiglio comunale straordinario con al centro la vertenza della fabbrica Prysmian-Fos che starebbe per chiudere lasciando senza lavoro ben trecento operai. «La partecipazione – dice la prima cittadina Cecilia Francese – dà l’idea della dimensione della questione della Prysmian FOS, di cui si è discusso e su cui poi si è approvato un atto estremamente netto sul che fare, che attiene al futuro della economia dell’intera area».
«La messa in cassa integrazione degli operai della FOS e il rischio di chiusura di quello stabilimento sarebbero l’ennesimo durissimo colpo alla economia di un intero territorio. Nell’atto deliberativo si chiede che la proprietà si impegni a presentare un piano industriale di rilancio dello stabilimento Battipagliese, ed al governo di dotarsi di una politica industriale tesa a salvaguardare e promuovere le produzioni di qualità del nostro paese, soprattutto se concentrate al Sud – aggiunge – In questa logica si chiede al governo di fare in modo che le società che stanno cablando il paese intero, utilizzino fibra di qualità e non quella, più a buon mercato, ma più scadente, facilmente violabile e richiedente maggiore manutenzione, proveniente dalla Cina, dalla Corea o dall’India che giocando sul minore prezzo si stanno utilizzando. Si è deciso altresì – conclude la prima cittadina battipagliese – di coinvolgere i parlamentari e anche il Consiglio Regionale, perché questa vertenza assuma le caratteristiche nazionali che merita, vista la strategicità del prodotto». La decisione, dunque, è stata quella di rivolgersi ai parlamentari del territorio e ai consiglieri regionali. Nella serata di sabato, a poche ore dal consiglio, era arrivata una nota stampa della senatrice Anna Bilotti che ha annunciato una interrogazione: ««È necessario – le parole della senatrice pentastellata – che la politica si mostri al fianco dei sindacati e delle maestranze per scongiurare una crisi che rischia di trasformarsi in una vera e propria bomba sociale, visto che fra lavoratori diretti ed indiretti parliamo di circa 600 famiglie coinvolte. È fondamentale riconoscere l’alta qualità della fibra prodotta da questo stabilimento, una risorsa preziosa per il nostro paese, soprattutto in un contesto globale competitivo».
«Nei prossimi giorni – conclude – depositerò un’interrogazione al Ministro del Made in Italy per chiedere chiarimenti su cosa il Governo intende fare per difendere le ragioni dei lavoratori e del territorio, nonché garantire uno sviluppo delle realtà industriali, soprattutto nei territori del Sud, con produzioni di qualità e ad alto valore aggiunto». Dello stesso avviso sono tutti gli altri sindaci del comprensorio ed anche il presidente della Provincia Franco Alfieri, presenti all’incontro proprio per esprimere la più grande vicinanza agli operai che a breve potranno perdere il proprio posto di lavoro. Nei mesi scorsi, i lavoratori hanno incontrato il ministero, ma ad oggi da quell’incontro non si registrano mutamenti sostanziali, cosa che invece si spera arrivino adesso grazie anche anche al consiglio comunale.