BATTIPAGLIA. I commissari restano in carica fino alla primavera del 2016.
La notizia, che era già nell’aria – l’avevamo più volte riportata attraverso le colonne del quotidiano – , è stata unta dai crismi dell’ufficialità nella serata di ieri.
Durante il Consiglio dei ministri, infatti, il numero uno del Viminale, Angelino Alfano, ha richiesto che venisse prorogata l’attività di governo commissariale portata avanti da Gerlando Iorio, Ada Ferrara e Carlo Picone, vice prefetti che reggono le sorti della città dall’aprile del 2014.
Il consiglio comunale cittadino era già stato sciolto nel maggio del 2013, dopo le dimissioni presentate dai membri dell’assise consiliare in seguito all’arresto dell’allora sindaco, Giovanni Santomauro. Lo scioglimento, all’epoca, fu ratificato in ottemperanza all’articolo 141 del Tuel (Testo Unico Enti Locali).
Arrivò il commissario prefettizio, Mario Rosario Ruffo, che lasciò Palazzo di Città nell’aprile del 2014. Avrebbe dovuto cedere il posto a una nuova amministrazione politica, ma le elezioni comunali non si svolsero a causa di un secondo scioglimento, stavolta in ossequio all’articolo 143, per infiltrazioni camorristiche. Giunsero così i tre commissari.
Com’è risaputo, Santomauro, Etica per il Buon Governo insieme a Battipaglia Nostra, e l’ex dirigente dell’Ufficio tecnico, Pasquale Angione, in solidum col già consigliere comunale Pasquale Tramontano, presentarono tre ricorsi contro il decreto con cui l’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva sciolto l’assise. Di recente, il Tar del Lazio ha respinto i tre ricorsi.
Dopo le indagini sull’ex primo cittadino e su altri dirigenti e amministratori, rinvigorita poi dall’inchiesta parallela – che ha portato pure agli 87 arresti dello scorso maggio – riguardante l’ex consigliere comunale, Orlando Pastina, e il figlio Paolo, la triade ha ricevuto la proroga tesa “a continuare l’opera di bonifica dell’amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose riscontrate”.