Avvocati sul piede di guerra e pronti a far partire una pioggia di ricorsi in relazione al nuovo sistema contributivo della Cassa Forense. Ieri mattina gli avvocati Marco Senatore e Massimo Passaro hanno tenuto una conferenza stampa per illustrare le problematiche legate al nuovo testo evidenzando l’illegittimità costituzionale dello stesso. “Siamo a disposizione nei confronti di chiunque voglia agire”. La nuova legge (per la quale è pendente un ricorso davanti al Tar del Lazio ndr) sull’Ordinamento Forense ha “il compito di operare il ccosiddetto foltimento degli albi (cancellazione), che sostanzialmente si risolverà in una presumibile discriminazione basata sulla capacità di produrre reddito. Tali azioni contrastano con i principi di libertà del lavoro sanciti dalla Costituzione ”. Inoltre viene precisato che… “L’art. 21 comma 8 (Legge 247/2012) prevede l’obbligatorietà e l’automatica iscrizione alla Cassa di previdenza forense, come conseguenza della sola iscrizione all’Albo degli Avvocati. Ovviamente, si tratta di una iscrizione non gratuita ma onerosa. tale obbligo si estende anche agli Avvocati che prima della riforma erano esentati dall’iscrizione alla Cassa Forese perché percepivano un reddito inferiore a quello necessario per accertare la continuità professionale (fino al 2013 euro 10.300). Gli avvocati per i quali non sussisteva l’obbligo di iscrizione alla Cassa Forense, dovevano, tuttavia, iscriversi alla gestione separata INPS ex l. 335/1995. ”. La criticità del sistema previdenziale è stata determinata in modo decisivo dal regolamento di attuazione presentato da Cassa Forense ed approvato dal Ministero a fine agosto 2014 che, in estrema sintesi, introduce l’obbligo di pagare contributi minimi soggettivi ed integrativi Fissi”. Gli avvocati chiedono l’immediato annullamento del provvedimento. (Benito Vaccaro)
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