Avv Cembalo pronto a rifugiarsi in Marocco - Le Cronache Cronaca

Blitz anti immigrazione, oggi sarebbe dovuto andare in Marocco dove è proprietario di diversi appartamenti, l’avvocato di Altavilla ma ebolitano di nascita Gerardo Cembalo. Dall’altro ieri, su decisione dei pm della Dda Francesca Fittipaldi e Claudia D’Alitto, è in carcere a Fuorni insieme alla moglie Maria Chirico, l’assistente di studio Nadia Otlabi, gli imprenditori di Angri Raffaele e Armando Nappi (padre e figlio) e un bengalese detto Oliva. Oggi la convalida del fermo davanti al gip Piero Indinnimeo. Per gli inquirenti il legale con studio su corso Vittorio Emanuele a Salerno voleva trovare rifugio in Marocco forse perché avrebbe saputo dell’inchiesta con l’imminente fermo e dopo il coinvolgimento di Decimo Viola personaggio rilevante nell’inchiesta. i due imprenditori e i due legali (a moglie di Cembalo), attraverso il raggiro del decreto flussi del 2023 e del 2024 durante i “Click Day” avrebbero consentito l’illecito ingresso in Italia di 144 stranieri con l’invio alle Prefetture di tra Salerno e Napoli delle domande basate su rapporti di lavoro falsi con una documentazione non veritiera. Cembalo e Nappi avrebbero collaborato per consentire l’ingresso ad immigrati stranieri, solitamente bengalesi, incassando tra i mille e i 5mila euro per ogni istanza approvata. Con l’approssimarsi dell’esecuzione dell’ordinanza cautelare (di cui avrebbero avuto sentore) a carico di Decimo Viola, la situazione sarebbe potuta precipitare e per questo motivo avvocati e imprenditori avrebbero studiato, sostengono gli inquirenti, la fuga all’estero. In Marocco dove Gerardo Cembalo avrebbe avuto nelle sue disponibilità numerosi appartamenti e dove stamani sarebbe dovuto andare, mentre i Nappi avevano da parte un ingente patrimonio frutto delle presunte attività illegali. Sapendo dell’esecuzione della misura a carico di Viola che aveva avuto diversi contatti con Raffaele Nappi e con “Oliva” i due gruppi avrebbero potuto espatriare, senza far ritorno più in Italia. Infatti, il clamore mediatico che aveva suscitato la denuncia alla Procura nazionale antimafia, sulle false assunzioni con i decreti flussi, presentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, avrebbe potuto ancor di più far diventare quel viaggio in Marocco come uno di “sola andata”. Oggi per i 6 indagati la convalida del gip che potrebbe trasformare in arresto il fermo.