di Tommaso D’Angelo
Io capisco che per fare politica non si guarda in faccia a nessuno. Non mi scandalizzo. Ci sono però delle storie, dei personaggi, che appartengono alla città. Appartengono ai tifosi granata visto che parliamo di Salernitana. Rino Avella, che non è l’assessore allo sport, continua a cavalcare la storia granata, cercando mettere il cappello anche sulle iniziative degli stessi tifosi. Scavalcando con personalissimi comunicati stampa anche l’amministrazione comunale e il sindaco Napoli, trattato come un garzone di bottega. Intanto precisiamo che l’iniziativa che riguarda Bruno Somma è dell’associazione Salernitana doc. E lo scorso anno lo stesso Massimo Staglioli ne parlò con l’ex assessore Nino Savastano e il sindaco Napoli che diedero via libera alla richiesta, unendola con quella di Enzo Todaro, presidente dei giornalisti salernitani, per ricordare Fulvio De Maio. Quindi non si comprende a che titolo Avella si intesta la cerimonia di questa mattina, coinvolgendo persone che con la Salernitana nulla hanno a che spartire se non speculazioni economiche che non vale nemmeno la pena citare. Eppure si credeva che dopo i guasti provocati con il ricordo del Grande Torino Avella avesse capito che certi argomenti vanno trattati con competenza e senza l’ardore della pubblicità personale. Tanto è vero che l’omaggio a Bruno Carmando sarà fatto in un secondo momento direttamente dal sindaco Napoli, come è giusto che sia. La festa di compleanno della Salernitana è la festa dei tifosi. Punto. Non dei politici, non dei giornalisti o pseudo tali (ce ne sono molti, direi in quantità industriale). Avella parla di Bruno Somma e De Maio come Lotito parla di San Matteo. Se Avella è mosso dal sacro furore per la storia granata si desse da fare per recuperare il Vestuti. Ma tirare fuori delle idee non è da tutti, meglio cavalcare le idee altrui. Altrimenti si dedicasse a risolvere il problema dei rifiuti, visto che la città è una cloaca, dando una mano al suo compagno di partito e assessore Natella. Mi auguro che questa mattina Staglioli e Todaro (ci metto dentro anche Alberto Pacifico) non trasformino un momento di grande commozione granata in una passerella politica, condita magari da qualche strafalcione storico di improvvisati commentatori. Altrimenti anche loro saranno responsabili di questo scempio.