Vincenzo Senatore
Tre associazioni che si occupano di autismo si costituiscono in giudizio al fianco di un genitori che ha citato l’Asl. La vertenza segue il rito ordinario dopo che il giudice ha rigettato la richiesta di attivazione della procedura d’urgenza ex articolo 700 del codice di procedura civile. Ad affiancare il genitore nella battaglia legale le associazioni Angsa Campania, “Autismo chi si ferma è perduto” e “Aiutiamo i bambini autistici”. Le richieste sono sempre relative al rispetto della legge sull’autismo, che l’Asl Salerno disattende. Nello specifico: organizzazione di un progetto di assistenza globale che si realizzi nei diversi ambiti di vita dell’autistico (casa, scuola e tempo libero) così da dargli modo di integrarsi nella società e sviluppare al meglio le proprie abilità. Molti genitori hanno già ottenuto, in tribunale, il riconoscimento dei propri diritti ma si tratta di casi isolati mentre l’Asl Salerno dovrebbe provvedere direttamente, e senza coercizione da parte della giustizia, ad adempiere il proprio compito di coordinatore della rete assistenziale. Intanto pare che il commissario dell’azienda sanitaria locale con sede in via Nizza abbia deciso di convocare le associazioni per la giornata di mercoledì 5 settembre. In quella sede le parti si confronteranno e, da parte dei genitori, verrà ribadita la linea di fermezza fintanto che non sarà realizzato il progetto globale, con un coordinamento che deve includere anche le scuole e il Comune di Salerno. Al momento ognuno segue una strada: l’Asl Salerno, una volta ultima la diagnosi, invia l’autistico presso un centro accreditato; il Comune di Salerno assegna alle famiglie dei voucher da spendere presso una delle cooperative inserite in un elenco che viene loro sottoposto; le scuole si organizzano secondo le singole idee dei dirigenti e, comunque, non hanno personale qualificato da destinare all’insegnamento di sostegno. Anzi, in molti casi le insegnanti di sostegno sono persone che beneficiano delle disposizioni della Legge 104, si assentano spesso per assistere propri familiari e non garantiscono quella coninuità necessaria all’autistico per migliorare la propria condizione psicomotoria e integrarsi nella collettività. Un sistema così disorganizzato e sgangherato funziona male e probabilmente arreca danni ai bambini e ai ragazzi affetti da questo specifico disturbo. L’Asl, per legge, ha il potere di riunire tutti gli attori intorno ad un tavolo e inserirli in un progetto unico e coordinato. A Benevento già lo fa da qualche tempo, anche lì in seguito alle battaglie dei genitori, quindi basta importare quel modello a Salerno e mettere così tutte le tessere de mosaico al loro posto.