L’eclettico performer padrino giovedì sera al premio Charlot per la vincitrice Ginevra Fenyes e il premio della critica Casa Abis. Apertura champagne con il professional ballet di Pina Testa, diviso tra gran varietà e Cabaret.
Di Olga Chieffi
Pubblico accolto nel condominio Charlot ieri sera, da Antonello Ronga e Teresa Di Florio, graziosamente, con un aperitivo virgin per conoscere i folli abitanti del premio, da Claudio Tortora a Pina Testa, alla brava presentatrice Cinzia Ugatti. “Mi lagnerò tacendo” titola una pagina di Gioachino Rossini dei Péchés de vieillesse, una citazione che ha da far tacitare la lagna perché nonostante i ritardi dei fondi di coesione si è riusciti a varare con tutti i crismi questa XXXVI edizione che verrà conclusa con un grand galà Old Style e con red carpet proprio al Verdi ove dal cielo di lapislazzuli occhieggia proprio il genio di Pesaro. Peccati di vecchiaia, non ancora, il premio è un giovane maturo e dai giovani è stato inaugurato con la gara per il miglior talento cabarettistico. Sette sfidanti Nicholas Theramo lo gnu del Re leone nel villaggio turistico, da Milano, Ginevra Fenyes da Firenze, i napoletani, Anna Folzi sul tema dell’ imbarazzo e Alessio D’Andrea con una piéce sulla calvizie, Andrea Corallo da Roma, unitamente al duo Casa Abis e ancora Elena Staropoli da Milano. A conquistare il pubblico, che ha votato con entusiasmo, è stata la toscana Ginevra Fenyes, che con ben 200 voti si è aggiudicata il premio principale. Con il suo sorriso contagioso e il talento già evidente, Ginevra diventa la seconda donna in assoluto a vincere lo Charlot Giovani, se si esclude il gruppo “I Sequestrattori”. La giovane comica, biondissima e dalla forte vena creativa, ha presentato uno spettacolo originale scritto insieme ad Alessio Tagliento, in cui ha ironizzato su una serie di esilaranti situazioni quotidiane legate alla sua esperienza di commessa in una gelateria, prendendo di mira con leggerezza e umorismo i clienti ipocondriaci e le abitudini dei giapponesi.La carriera di Ginevra, seppur agli inizi, ha radici profonde nel mondo dell’arte, con una famiglia che l’ha sempre supportata: il padre è un pianista, la madre attrice e la sorella ballerina. Fin da piccola ha nutrito una grande passione per la comicità, con miti come Roberto Benigni e Leonardo Pieraccioni tra i suoi riferimenti principali. La serata ha visto anche il riconoscimento del Premio Charlot Giovani della critica al duo romano Casa Abis, al secolo Stella Falchi e Gabriele Abis un gioco, il loro volto a sdrammatizzare quegli aspetti della relazione di coppia che a volte si prendono troppo sul serio. Se la serata è principiata con il balletto in stile Gran Varietà con pennacchi e lustrini del Professional Ballet di Pina testa che ha anche evocato il celebre Cabaret degli anni 30 guardando al film di Bob Fosse, i premi sono stati consegnati da un padrino d’eccezione, il trasformista e illusionista Arturo Brachetti, che ha arricchito l’evento con un intervento dedicato alla sua straordinaria carriera artistica, cominciata in seminario, poiché voleva diventare papa e lì grazie ad un suo istitutore ha iniziato a frequentare il mondo della magia e del trasformismo. Brachetti è vincente comico, surrealista, c’è la sorprendente chapeaugraphie, la tecnica con la quale Brachetti riesce a trasformare una sorta di falda di cappello bucata al centro – “Devi riempire il buco con la fantasia”, gli avrebbe detto il nonno – in venticinque diversi copricapi ed altrettanti personaggi: basta ogni volta piegare il tessuto con un paio di gesti. E ancora c’è l’arte del creare veri e propri quadri con la sabbia (sand painting), ci sono le ombre cinesi il primo cartoon della storia, nato da un raggio di luna e da chi la sa guardare, lo zodiaco, Salerno, una splendida donna, un modo per fare i conti col proprio passato per continuare ad essere il sogno di lui stesso, senza mai sotterrare il proprio daimon ed essere felice per continuare ad inventare la gioia per il suo pubblico.