Antonio Iovino
Artur Rangel Maia, un “Carioca Terrone” a Salerno. Artur Eugenio Rangel Maia è un 39enne brasiliano di origini italiane, nato a Niterói, nello stato di Rio de Janeiro, che da circa 3 anni vive in Italia e che studia scienze della comunicazione presso l’Università degli Studi di Salerno.
Per incominciare, cosa l’ha portata in Italia? E perché ha deciso di rimanere qui?
“Mia nonna è nata in Calabria, molti miei zii mi hanno sempre parlato dell’Italia e dall’età di 27 anni ho deciso di imparare l’Italiano. Desideravo venire in Europa e in Italia, la realtà nella quale vivevo non mi soddisfaceva più e nel 2013, per testare le mie capacità di adattamento in una diversa realtà, sono andato via da Niterói e mi sono trasferito nel sud del Brasile, a Santa Catarina, dove poi mi sono iscritto all’università. Oggi sono ancora qui, a Salerno mi trovo benissimo, sono voluto rimanere perché davvero mi sento a casa e mi sento al sicuro. Ho voluto anche esaudire un desiderio di mio padre, il quale mi ha sempre consigliato di viaggiare e diventare un cittadino del mondo”.
Perché, nonostante lei non sia un ragazzino e abbia avuto importanti esperienze lavorative alle spalle, ha deciso di iscriversi all’università, addirittura ricominciando da zero qui a Salerno?
“Ho deciso di iscrivermi all’università sia per accrescere le mie conoscenze in ambito pubblicitario e sia perché, essendo nuovo a Santa Catarina, l’ho reputato il metodo migliore per creare una mia rete di conoscenze. Dopo essermi trasferito qui ho voluto continuare il percorso di studi che avevo incominciato, scegliendo di ricominciare da zero data la differenza dei corsi tra la facoltà di scienze della comunicazione brasiliana e quella che tutt’ora frequento”.
Nota affinità tra la città che le ha dato i natali, Niterói, e Salerno e, più in generale, tra Brasile e Italia?
“Certo, trovo Niterói molto simile a Salerno, ad esempio sono entrambe città sul mare nelle quali il pesce è ovviamente un prodotto ed un alimento tipico e nelle quali ci sono svariati pescatori. Notare delle affinità tra Basile ed Italia è più difficile essendo, il paese da cui provengo, davvero enorme ma posso dire che l’accoglienza e la generosità di molti brasiliani l’ho ritrovata anche qui, in moltissimi italiani”.
Come giudica la città che la ospita da circa 3 anni? Cosa apprezza e cosa gradisce di meno?
“Quando si guarda una realtà dall’interno è facile riscontrare molti problemi ma viaggiando per il mondo si ha la possibilità di capire che non esiste la città perfetta e che ogni luogo ha le proprie problematiche. Sicuramente Salerno ha vari difetti, ad esempio quello riguardante i trasporti pubblici che saltano le corse o non passano in orario o quello riguardante la pulizia delle strade ma io ho visto molto di peggio e posso sicuramente affermare che qui, nonostante tutto, si vive davvero bene. Qui ho trovato anche vari aspetti positivi, ad esempio qui sono diventato un amante dei dolci, della pizza e della mozzarella, e ho vissuto episodi che difficilmente dimenticherò, come quando, un negoziante, dopo appena due giorni dal mio arrivo, mi regalò una macchinetta del caffè “italiana” che naturalmente non conoscevo essendo, quella “brasiliana”, diversa”.
Nel suo futuro vede ancora Salerno?
“Vorrei rimanere qui o comunque in Italia, al massimo mi sposterei a Malta, tutto gira intorno al lavoro”.
Lei si sente brasiliano o italiano?
“Io mi definisco un “Carioca Terrone”, credo di essere un mix tra Brasile e Italia”. Definirebbe il suo percorso atipico? “Non ho mai trovato un brasiliano con un percorso simile al mio, quindi sì, credo che il mio percorso, oltre ad essere impegnativo, sia definibile atipico”.