Notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per ben 29 indagati finiti nel mirino della Procura della Repubblica di Salerno in seguito alle indagini relativi ad una serie di appalti. Si tratta di appalti pubblici, collegati con le attività del Comune di Eboli o del Piano di Zona, nei quali forze dell’ordine e magistratura avrebbero riscontrato “anomalie” a causa di interventi e decisioni che farebbero risalire responsabilità nette a carico di amministratori, a cominciare dall’ex sindaco, Massimo Cariello, funzionari comunali, imprenditori, operatori del terzo settore. In sostanza, agli indagati verrebbe contestato di avere pilotato una serie di appalti pubblici, anche se dai rilievi mossi dalla magistratura non emerge quale sarebbe stato l’interesse di amministratori e funzionari di Comune e Piano di Zona nel favorire un soggetto piuttosto che un altro nell’affidamento degli appalti. Complessivamente, le indagini di magistratura e forze dell’ordine farebbero ammontare a 11,5 milioni di euro il valore complessivo degli appalti pilotati, a partire dal 2015. Nel mirino della magistratura sono finiti gli appalti, attraverso Piano di Zona o uffici e settori comunali, per i servizi di assistenza domiciliare agli anziani, assistenza specialistica agli alunni disabili, accoglienza dei richiedenti asilo, servizio parcheggi e vigilanza lungo la fascia costiera, gestione dell’impianto comunale di compostaggio, riqualificazione lungo la Strada Statale 19, assistenza domiciliare sociale. Sia nei casi di appalti concessi nella cornice delle politiche sociali e delle attività del Piano di Zona, sia nei casi ricadenti sotto attività diversificate del Comune di Eboli, la contestazione agli indagati sarebbe di avere procurato un ingiusto beneficio ai soggetti che hanno ottenuto gli appalti. Anzi, nel documento di conclusione indagini si entra nello specifico delle condotte messe in campo dagli indagati, giungendo anche a minime contestazioni, ma utili per ricostruire ipotesi di responsabilità in capo agli indagati. Spulciando nell’elenco degli appalti la cui regolarità verrebbe contestata, si parte dal 2018, quando viene posto in appalto il servizio di assistenza domiciliare integrata alle persone anziane non autosufficienti, gara bandita dal Piano di Zona ed aggiudicata alla CSM, cooperativa che opera nell’ambito del Terzo Settore. Per questo appalto la magistratura ha messo nel mirino l’ex sindaco, Massimo Cariello, insieme con l’ex dirigente del Piano di Zona ed i componenti della commissione che aveva aggiudicato la gara, tutti funzionari del Piano di Zona o del settore politiche sociali del Comune di Eboli, ed anche i vertici aziendali della struttura risultata aggiudicataria. E’ invece del 2017 l’aggiudicazione del servizio di assistenza specialistica agli alunni con disabilità grave nelle scuole dell’infanzia. Ancora con data 2017 è l’aggiudicazione del servizio di accoglienza integrata nell’ambito del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) ad una ATI con sede a Teggiano, i cui vertici risultano indagati insieme con diversi funzionari del Comune di Eboli componenti della commissione aggiudicatrice. Altre due gare, per il servizio di assistenza agli anziani, porta la data 2016 ed anche in questo caso il servizio risulta aggiudicato alla stessa cooperativa che aveva vinto tutti gli altri appalti del Piano di Zona, ed anche in questo caso gli indagati sono i componenti della commissione, in pratica funzionari del Comune di Eboli, insieme con gli amministratori della cooperativa. Ancora nel 2017, la magistratura chiede di fare luce sull’appalto concesso per parcheggi e vigilanza lungo la fascia costiera, che secondo i magistrati sarebbero stati affidati con una serie di irregolarità, dalla mancata attivazione del centrale unica di committenza, fino al mancato coinvolgimento del Comune di Battipaglia, proprietario di alcune aree a ridosso della fascia pinetata nel Comune di Eboli. Funzionari dell’ufficio tecnico comunale e responsabili di un’azienda con sede a Bolzano sono invece finiti nell’occhio dei magistrati per la gestione dell’impianto di compostaggio per il trattamento delle frazioni organiche. Anche in questo caso sarebbe stata rilevata una irregolarità, nello specifico l’inserimento nel bando di un presupposto (una figura tecnica) che risultava in realtà essere stata abrogata. Ancora i funzionari dell’ufficio tecnico comunale nel mirino per i lavori di riqualificazione urbana della SS 19, affidati, secondo le indagini, senza rilevare un’evidente anomalia nell’offerta pervenuta. Ultima contestazione contenuta nella conclusione indagini riguarda l’affidamento diretto di un servizio per un importo che superava la soglia dei 40mila euro, entro cui poteva essere affidato senza gara.
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