Antonio Valiante: Fico ripassi (intervista immaginaria) - Le Cronache Ultimora
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Antonio Valiante: Fico ripassi (intervista immaginaria)

Antonio Valiante: Fico ripassi (intervista immaginaria)

di Antonio Manzo

“Fico? Torni dopo”. Con garbo ma con fermezza Antonio Valiante, leader democristiano del Cilento, avrebbe risposto così agli organizzatori del IV Memorial Day che ne intenderebbe celebrare la sua memoria. E lui, avrebbe accolto tutti nel portone della sua casa di Cuccaro Vetere, intorno al tornio antico icona dei sacrifici di vita:  Cosimo Cicia presidente dell’Opi Salerno ai figli Simone, già parlamentare, e Diego Valiante, docente universitario a Bologna  e Team Leader ella Commissione Europea,  Massimiliano Manfredi consigliere regionale, Imma Vietri, capogruppo commissione sanità della Camera dei deputati, e Roberto Fico, già presidente della Camera dei Deputati. È il premio che porta il nome di un uomo delle istituzioni, certificano acutamente gli organizzzatori, e un politico di visione profonda che ha speso la sua vita a servizio del territorio e dei cittadini, spiegano gli organizzatori. La premiazione della miglior tesi di laurea in infermieristica si terrà martedì 8 luglio alle 17,30.

Perché si rivolge a Fico dicendo di tornare dopo?

“Ma questo Fico che viene fino a Vallo della Lucania come arriva? – dice Antonio Valiante con la sottile e pacata arguzia di un democristiano del campo largo – E’ un politico che, il giorno dell’insediamento di presidente della Camera, disse di voler andare con un pullman per dimostrarsi cittadino a Cinque Stelle. Lo perse e chiamò le auto bleu”.

Lei sa bene che Roberto Fico è l’uomo indicato dal campo largo per sconfiggere Vincenzo De Luca alla guida della Regione Campania.

 “Il campo largo è una idea che, se realizzata, va bene ma non può costruirlo chi non è un arbitro ma chi aspira a disegnare gli alleati dei semplici guardialinee. Meglio se sono democratici cristiani”.

 Potrebbe esserci anche suo figlio Simone?

 “Si, mio figlio l’ho educato con il senso della politica più che alla carriera, da agguantare in qualunque modo. Lei mi riconoscerà che non ho mai accolto la finzione scenica del Partito Democratico, del Pd che voleva costruirsi un campo largo del tutto interno dicendo ad un leader come Ciriaco De Mita di fare il guardialinee manco nel ruolo di un uomo destinato a far funzionare il Var. Si fiderebbe del Pd? Simone sa scegliere. Non credo che lui si possa accostare al club degli accattoni delle preferenze per darsi un’occupazione”

Si fiderebbe lei del Pd che sceglie come partner centrale del cosiddetto campo largo i Cinque Stelle, creatori della cultura politica distruttiva dell’uno che vale uno?

“Parliamoci chiaro. I Cinque Stelle di oggi sono diventati un partito non è  più un movimento guidato da un comico con temi irripetibili di populismo in svendita”.

Come superare il populismo?

“Io provengo da una cultura politica ispirata alla libertà e alle alleanze democratiche che si costruiscono su quel che di deve fare non su quello che si immagina. Coalizioni per mettersi insieme non chi è contro qualcuno ma non per fare qualcosa”.

Tornerebbe ad invitare Fico di tornare dopo?

“Non ho dubbi. Lui non può essere il candidato anti De Luca con l’imposizione di un tavolo romano che io so come funzionano  maldestramente ma con una scelta finale apparentemente condivisa. La Regione Campania non merita questo trattamento falsamente democratico. Fico è bene che ritorni dopo”.