Antonio Gregorio: l'Arte dell'ascolto - Le Cronache
Salerno

Antonio Gregorio: l’Arte dell’ascolto

Antonio Gregorio: l’Arte dell’ascolto

E’ scomparso ieri mattina uno dei più amati istitutori dell’ Orfanotrofio Umberto I. Tanti i messaggi di cordoglio sui social. Il rito funebre sarà celebrato stamane alle ore 11 nella chiesa della Madonna di Fatima

Di OLGA CHIEFFI

L’uomo del dialogo ha rispetto dell’altro, cerca di capirlo, ascolta le sue ragioni e il suo segno distintivo è ascoltare altrettanto bene o meglio di come parla. Un atteggiamento che si acquisisce attraverso la disponibilità alla messa in gioco della propria autenticità e dalla capacità di riconoscere, la possibilità di ripensare, reinventare le modalità e gli strumenti della comunicazione. L’uomo del dialogo è stato per tantissimi ragazzi, Antonio Gregorio, amatissimo da quanti ha avuto in custodia quale educatore nell’ Orfanotrofio Umberto I, “Il Serraglio”, scomparso ieri mattina. La notizia si è immediatamente diffusa sulla pagina Facebook Il Serraglio, attraverso l’annuncio di Vincenzo Sica e di lì, i ricordi e i commenti di quanti “rinchiusi” lì, in quel di Via de’ Renzi, hanno trascorso l’adolescenza. Il primo ricordo che mi viene in mente – scrive Luigi Ferullo – èquando, appena maggiorenne, hai iniziato la Tua “missione” che, non credo sia stato mai un lavoro per te e, sicuramente, penso di interpretare il pensiero di tutti nel dire: istitutore? parola grossa, piuttosto un fratello maggiore, per tutti noi e anche quando il diciottenne ha raggiunto i 30,50,80, è rimasto nella tua memoria, mentre nel nostro ricordo, tu sei stato e sarai quello dalla parola accomodante, dal sorriso e, principalmente, colui il quale ci trasmetteva la sensazione di essere il lato buono di una istituzione che, specialmente nei primi anni ’50, era considerata quasi un carcere, nu’ “Carcere e mare”. Ci è giunto anche il nostalgico ricordo di Antonio Marzullo, ex serragliuolo, oggi docente di trombone e braccio destro di Daniel Oren: “Il mio ricordo è legato al pallone – ha rivelato Antonio Marzullo – Avevamo la squadra su all’Istituto Umberto I e disputavamo il campionato della C.S.I. Ci allenavamo nella famosa “Villetta” alle sei di mattina e Antonio Gregorio era il nostro allenatore, coadiuvato dal cornista Biagio d’Adamo. Io ero l’attaccante, vestivo la maglia n°11 e quando segnavo mi  Gregorio mi regalava una gomma da masticare Brooklin, quelle lunghe verdi. Eravamo vincenti, ma se andavamo male a scuola la prima punizione era il divieto di andare a giocare, ce la battevamo col Gelbison, l’Audax, il nostro campo era quello di Fratte, ma quando incontravamo la squadra dell’istituto Don Bosco, non c’era niente da fare. Era come la Juve, alla fine un’espulsione, un rigore e vincevano i pretini. Poi, le gare a chi ricordasse a memoria le formazioni. Lui tifava Milan, io Inter e così, con attraverso queste piccole cose, una risata e si evadeva da una realtà molto dura”. “Il tratto più significativo della sua personalità – afferma il clarinettista Alberto Moscariello – è stato sicuramente l’amore per il prossimo ed in particolare per quei ragazzi a lui affidati dalla dirigenza dell’orfanotrofio nel corso di diversi decenni, in particolare i piccolissimi della V camerata. Non vi è stata possibilità di sentire giudizi negativi sulla sua persona per tutto il tempo che ha ricoperto il ruolo di istitutore, dopo essere stato avviato allo studio della musica e del sassofono nella classe del M° Francesco Florio. Il suo fare amorevole e premuroso hanno fatto di lui un gigante nel campo educativo e sociologico. Nobile attività imparata sul campo. Sono sicuro che passerà alla storia dei semplici d’animo. Il suo è stato un grande insegnamento ed ha rappresentato per molti fanciulli dell’epoca un focolare al quale riscaldarsi in assenza di genitori e della famiglia”. Stamane, alle ore 11, nella Chiesa della Madonna di Fatima il rito funebre. Nel ricordare la figura umanissima di Antonio Gregorio il gruppo FB del Serraglio Orfanotrofio Umberto I unitamente all’intera redazione di Le Cronache, abbraccia con grande affetto la moglie Nicoletta Valente e la famiglia tutta.