Abbiamo incontrato Manuela Camera d’Afflitto circa la ripartenza del turismo in costiera. C’è ottimismo da parte della direzione ma: “Non potremo basarci sulla storicità della nostra attività normale, siamo come ad un anno zero, con un mercato nuovissimo, quello italiano, che non conosciamo: non sappiamo che tipo di viaggiatore è, che cosa vorrà, che disponibilità di spesa avrà”
Di Lucia D’Agostino
“L’Italia è un paese amatissimo, le persone, soprattutto gli stranieri, hanno voglia di venire in uno dei luoghi più belli del mondo. Ci riprenderemo se non quest’anno, il prossimo. Noi ci accontentiamo di quello che riusciremo a fare questa stagione, poi nel 2021 dovremmo rimboccarci le maniche per ritornare a recuperare ciò che abbiamo perduto”. È ottimista, proprietaria dell’Hotel Marmorata della Costiera Amalfitana, e allo stesso tempo realista, come tutte le donne imprenditrici che conoscono a fondo il settore nel quale operano. Classe 1974, gestisce da una decina d’anni, insieme alla sorella Anna classe 1972, l’albergo a quattro stelle messo su e portato avanti, fino al loro subentro, dal padre e dalla madre. Una struttura ricettiva di incomparabile bellezza affacciata a strapiombo sul mare nel Comune di Ravello, all’origine una cartiera poi adibita a deposito di azienda vitivinicola, che prende il nome da una “cascatella” d’acqua fresca e “mormorante”, appunto, che si getta in mare che attualmente ospita le stanze degli ospiti, addossata ad una torre normanna di avvistamento del ‘400 rimasta più o meno nella sua forma originaria e dove si svolge il resto della vita riservata agli ospiti. Quando il padre la eredita dal nonno negli Anni Settanta decide, in seguito al terremoto del 1980, di cambiarne destinazione d’uso e far nascere l’hotel, allora a tre stelle, inaugurato nel marzo del 1981 dove i proprietari si trasferiscono da Nocera. Mentre la sorella inizia presto a lavorare lì, Manuela si laurea prima in psicologia e durante la specializzazione in psicoterapia decide che il suo destino professionale sarà da quel momento in poi, invece, indissolubilmente legato all’albergo. Di una cosa è certa, del settore turistico, su cui si basa una parte rilevante dell’economia del nostro territorio, non sono ben percepite dai più la complessità e le innumerevoli implicazioni.
In che momento, per le attività turistiche della costiera Amalfitana, è arrivata la chiusura del Paese a causa dell’emergenza COVID-19?
La data di apertura era stata fissata per il 10 aprile, a parte qualche convegno a marzo, quando da almeno quattro anni stavamo vivendo periodi di crescita esponenziale con prenotazioni che iniziavano a ridosso della Pasqua e che superavano la nostra capacità di accoglierle tutte. Stagioni di salita pazzesca per tutto il turismo in Costiera Amalfitana che noi abbiamo affrontato offrendo un servizio il migliore possibile per americani, soprattutto, che prenotano, generalmente, un anno prima e che hanno aspettato fino all’ultimo per disdire per il timore di perdere quanto anticipato. Il nostro primo pensiero è stato per i nostri collaboratori stagionali, che lavorano per sette mesi, alcuni in assunzione, e a cui dovevamo assicurare la disoccupazione o tenerli congelati in assenza di provvedimenti definitivi. Sono appena arrivate le ultime regolamentazioni sulla gestione degli spazi, su come organizzare l’accoglienza degli ospiti, ma noi riapriremo a fine giugno inizio luglio perché ancora non abbiamo certezze in proposito. Non è chiaro quante camere, su trentotto, potremo mettere a disposizione, che disponibilità di spazio è necessaria per rispettare le ordinanze regionali. Se ne potremo aprire il 50% i costi raddoppieranno perché il personale rimarrà invariato e la spesa per servizi, come ad esempio la colazione vietata in forma di buffet, aumenterà.
Cosa cambierà per voi in termini di offerta? Quali strategie avete messo in campo?
Noi lavoriamo, nei mesi di luglio e agosto, con una clientela in prevalenza americana. Da questo momento in poi non potremo basarci sulla storicità della nostra attività normale, siamo come ad un anno zero, con un mercato nuovissimo, quello italiano, sperando nella prossima apertura interregionale, che non conosciamo: non sappiamo che tipo di viaggiatore è, che cosa vorrà, che disponibilità di spesa avrà. Per ora, dopo aver respinto qualche prenotazione per giugno, abbiamo ricevuto quelle di vecchi clienti che non venivano da tanti anni, o chi era stato qui per un weekend ed ha deciso di trascorrere una o due settimane con la propria famiglia. Quest’anno quello straniero sarà un target a cui non ci rivolgeremo, speriamo in un possibile arrivo di europei, se cambiano le condizioni, ma non ci contiamo. Inoltre non sappiamo ancora se per noi valgono le regole delle spiagge del demanio, visto che abbiamo una scogliera privata con banchine di altezze diverse alle quali non si sa se dovremo applicare lo spazio di 10mq per postazione con un distanziamento di 1,5m tra una famiglia e l’altra. Quanto alle strategie stiamo usando i social sui quali siamo presenti in modo molto attivo e dando visibilità al canale del sito per l’Italia. Per il resto se non potremo assicurare sempre e a tutti ogni giorno la discesa a mare informeremo in anticipo i clienti di alternative come l’uso di una barca per raggiungere le spiagge o andare altrove.
Cosa vi aspettate dal futuro?
Quello che abbiamo fatto subito è stato ristabilire contatti diretti con gli ospiti che avevano prenotato, per consentire loro di usufruire di voucher che quasi tutti utilizzeranno nel 2021. In questo modo abbiamo evitato le imposizioni di intermediari come Expedia e Booking che rischiavano di sottrarci liquidità anticipata, per convenzioni monopolistiche di settore, che avrebbero ulteriormente aggravato la possibilità di pagare i collaboratori e mantenere la struttura. Abbiamo fatto il possibile per non disperdere del tutto gli anticipi e per cercare di vendere ai nuovi clienti. Per il resto, dico, prendiamoci quello che arriva, considerato cosa abbiamo vissuto finora, l’anno prossimo sarà migliore.