di Andrea Pellegrino
«Sono convinto che sia una pessima riforma, scritta male. Ma mi pongo il dubbio: è meglio votare contro perché fa schifo oppure è meglio turarsi il naso e votare sì prendendosi quel poco di buono che c’è? Credo che opterò per la prima ipotesi». Andrea Pascarelli è sindaco di Roccapiemonte ma soprattutto è un esponente del Partito democratico. E’ uno dei pochissimi amministratori democrat, in provincia di Salerno, che andrà contro la riforma del premier e segretario nazionale del partito. Con molta probabilità è l’unico sindaco del Pd che scende in campo per il no. Convinto per il sì, il primo cittadino di Cava de’ Tirreni, Enzo Servalli. «Bisogna dimostrare all’Europa che sappiamo rinnovare e soprattutto sappiamo riformarci e rinnovarci dall’interno. E’ una campagna referendaria difficile – dice il sindaco metelliano – ma scenderò in campo per affrontare questa battaglia». Si schiera per il sì anche il sindaco di Acerno Vito Sansone: «Per la prima volta riusciamo effettivamente a cambiare l’Italia. Condivido quasi tutti i punti della riforma. Il bicameralismo perfetto rallenta tutti i processi, basta con il governo balneare. In questo modo – continua il sindaco – potremmo avere il Senato che si adegua anche a livello territoriale e anche le Regione possono avvicinarsi meglio all’Europea. Chi vince le elezioni – conclude Sansone – deve essere messo in condizioni di lavorare». Nettamente contraria Cecilia Francese, sindaco forzista di Battipaglia. «Non è così che si modifica un Paese – dice il primo cittadino battipagliese – sono per un’unica Camera e quindi non è detto che non sia favorevole ai cambiamenti e al rinnovamento in generale ma non è in questo modo che si attua una riforma. Soprattutto non condivido la falsa campagna referendaria che si sta mettendo in piedi e non convinta che ci possa essere un guadagno se dovesse vincere il sì».