di Monica De Santis
Tempo di esami di maturità per molti studenti italiani, ma anche per tantissimi docenti, chiamati come ogni anno a valutare i loro alunni o alunni di altre scuole. Ma come stanno andando quest’anno gli esami di maturità. L’abbiamo chiesto alla professoressa Laura Patrizia Cagnazzo, vice presidente AssoMiMe (associazione Mezzogiorno Italia Mediterraneo Europa)… “I ragazzi stanno vivendo ovviamente un’esperienza importante, perché l’esame di stato rappresenta un traguardo importante della loro vita. Ovviamente stanno vivendo questa esperienza dopo averne vissuta un’altra molto più dura e pesante, ovvero il locktown e della Dad, poi hanno dovuto affrontare la preparazione di questa nuova forma d’esame che prevedeva la realizzazione di un elaborato personalizzato per ogni studente, che doveva essere consegnato prima della fine dell’anno scolastico. Ma nonostante tutto i ragazzi non hanno mollato. Posso parlare per i miei studenti, ma credo che valga per tutto, sono stati davvero bravi, hanno messo in campo tutte le loro capacità e sono riusciti a superare anche questo nuovo banco di prova. E alla fine gli esami stanno andando davvero bene. Sia nella mia scuola che anche, per quello che mi raccontano i miei colleghi nelle altre scuole. I ragazzi stanno dimostrato una grande versatilità ma soprattutto padronanza nel nell’esporre il loro elaborato ovviamente ogni commissione lavora in maniera differente, nel senso che ogni commissione sceglie gli argomenti da cui far partire poi tutta la discussione seguendo la loro mappa concettuale. E questo sta mettendo in luce la predisposizione di ognuno di loro nella approfondire alcuni argomenti, alcuni testi, alcuni autori. Certo è una modalità molto diversa rispetto agli anni addietro, e sicuramente bisognerà rivederla ancora e così sarà, perchè oramai siamo abituati a vedere modificata ogni anno la modalità con cui si svolgono gli esami di maturità, ma diciamo che ci stiamo avvicinando ad una modalità ottimale”. Negli ultimi mesi si è parlato molto anche del curriculum dello studente, come lo giudica? “Il curriculum mette in luce un po’ quelle che sono le capacità personali dello studente di potersi adattare ai percorsi formativi che offre la scuola. Quindi se uno studente hanno frequentato bene, se ha studiato, se si è sentito coinvolto in tutte le attività scolastiche, allora anche il suo curriculum sarà ricco e può raccontare in sede d’esame il percorso e le esperienze fatte sia quelle scolastiche che quelle extra scolastiche. Va detto che ovviamente in una classe fatta di alunni con genitori che hanno buone possibilità economiche le esperienze sono molto più variegate e più ampie. Se ci sono più risorse economiche per poter far fare ai propri figli dei percorsi diversi ovviamente questi verranno tutti inseriti nel curriculum e messi in evidenza. Quindi voglio dire che ci sono senza dubbio degli alunni che hanno maggiori vantaggi rispetto ad altri. E qui entriamo in campo noi docenti, che siamo educatori prima di tutto e che dobbiamo capire queste differenze economiche che ci possono essere tra alunni e che se alcuni studenti non hanno potuto fare tanto non è per mancanza di volontà o disinteresse ma per mancanze economiche. La scuola e noi docenti dobbiamo avere questo compito, mettere in luce le caratteristiche e soprattutto le potenzialità di un ragazzo, tenendo conto di tutto, anche delle difficoltà che questo può avere a livello economico”. Tra due mesi circa si riaprono le scuole, come si tornerà in classe? “Il piano vaccinale penso che stia andando bene tranne in questo momento di grandissima confusione. E questo credo sia un buon segnale. Anche se non credo che ci saranno grandi cambiamenti in vista. Perchè per quanto riguarda il numero di studenti per classe i nostri dirigenti hanno comunicato gli organici così come da tabella storica quindi non c’è stata nessuna riduzione degli studenti all’interno delle classi e questo sicuramente in alcuni istituti dove le aule sono più piccole potrebbe essere un problema, sempre il discorso del distanziamento. Quindi credo che si continuerà in alcuni plessi ancora con la modalità della didattica mista. Anche perchè la situazione dovrà essere tenuta ancora sotto controllo, il virus, anche se in maniera ridotta continua a circolare e quindi non dobbiamo abbassare la guardia. Ciò che invece mi preoccupa è che in questi mesi di chiusura delle scuole non si è pensato a realizzare degli impianti di sanificazione dell’aria. Quando siamo tornati in presenza era primavera e quindi stare con le finestre aperte non è stato un peso, ma penso al prossimo inverno. Se dobbiamo stare con le finestre aperte si rischia di non prendere il covid ma una bronchite. E questo non va bene di certo”.