
di Erika Noschese
Una giornata di mobilitazione intensa ha visto Salerno protagonista dello sciopero nazionale della magistratura, indetto per difendere i principi costituzionali e l’indipendenza del potere giudiziario. L’aula magna della Corte d’Appello, situata nella Cittadella giudiziaria, si è trasformata in un palcoscenico di confronto e dibattito, con la partecipazione di magistrati, avvocati, esponenti del mondo giuridico e, soprattutto, oltre 150 studenti delle scuole superiori e universitari.L’assemblea, organizzata in concomitanza con altre iniziative a livello nazionale, ha visto i partecipanti esibire con orgoglio coccarde tricolori e copie della Costituzione, simboli di un impegno condiviso nella difesa dei valori democratici. Al centro del dibattito, la riforma sulla separazione delle carriere, attualmente all’esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato, dopo la prima approvazione alla Camera. L’iniziativa ha rappresentato un momento di aggregazione e confronto, con interventi di rilievo da parte di figure di spicco del mondo giuridico salernitano. Gli avvocati ed ex parlamentari Tino Iannuzzi e Guglielmo Scarlato, il procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Salerno Rocco Alfano e il giudice per le indagini preliminari (GIP) Pietro Indinnimeo hanno preso la parola, illustrando le criticità della riforma e i rischi che essa comporta per l’equilibrio dei poteri e l’autonomia della magistratura.Durante l’assemblea, è stato distribuito materiale informativo e copie della Costituzione, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sulle motivazioni dello sciopero e del dissenso nei confronti della proposta di riforma. Un’iniziativa volta a creare consapevolezza sui possibili effetti della riforma, che potrebbe alterare l’assetto costituzionale e compromettere l’indipendenza della magistratura.La partecipazione degli studenti ha rappresentato un segnale importante, testimoniando l’interesse delle nuove generazioni per i temi della giustizia e della democrazia. I giovani hanno avuto l’opportunità di ascoltare le ragioni dei magistrati e di confrontarsi con esperti del settore, arricchendo il dibattito con le loro domande e riflessioni.L’assemblea ha inoltre costituito un momento di confronto fondamentale per la difesa dei principi costituzionali e la tutela dell’indipendenza della magistratura, valori imprescindibili per il corretto funzionamento della democrazia. La mobilitazione di Salerno si inserisce in un contesto nazionale di forte opposizione alla riforma, con l’obiettivo di preservare l’equilibrio dei poteri e garantire una giustizia indipendente e imparziale.A moderare l’assemblea, Mariella Zambrano, presidente dell’Anm Salerno: “La riforma costituzionale incide sull’autonomia e l’indipendenza dei magistrati, separando le carriere, istituendo un consiglio superiore della magistratura i cui componenti sono scelti con il sorteggio, istituendo un’alta corte disciplinare e un giudice speciale per gli illeciti disciplinari dei magistrati. Così incidendo fortemente sull’autonomia e l’indipendenza dei magistrati”. La richiesta, da nord a sud dell’Italia, è unanime: “Quello che i magistrati, quelli che stanno scioperando qui così come in tutta Italia, vogliono che si sappia – ha affermato la Zambrano – è che questa riforma concretamente non migliora il funzionamento della giustizia, non accorcia i processi, non fa sì che vengano emesse sentenze più giuste, ma semplicemente indebolisce la categoria dei magistrati. In particolare, allontana il pubblico ministero dalla cultura della giurisdizione, finisce per creare un pubblico ministero che diventa una sorta di superpoliziotto o un avvocato alla ricerca della vittoria delle cause e non alla ricerca della verità, come dovrebbe essere. Così incidendo pericolosamente anche sull’uguaglianza dei cittadini”. Sull’importanza di aver voluto invitare i giovani studenti e professionisti di domani all’iniziativa: “Vogliamo parlare a tutti, naturalmente – ha concluso la presidente dell’Anm di Salerno – ma soprattutto ai giovani perché è importante comunicare loro la cultura del rispetto della Costituzione e delle istituzioni. Naturalmente ci impegneremo in tutte le sedi e in tutti i contesti a spiegare le nostre ragioni”.