Un tavolo di confronto banche-imprese per affrontare le problematiche del credito e dell’anatocismo. È questa la proposta che verrà formalizzata dal presidente dell’Ance Salerno, Antonio Lombardi, nei prossimi giorni agli istituti nel sud Italia, tra cui il Banco di Napoli. L’anatocismo, ovvero la produzione di interessi da altri interessi resi produttivi sebbene non pagati o scaduti, sta strozzando nel Mezzogiorno migliaia di imprese rendendo ancora più difficoltoso l’accesso al credito. «È necessario prevenire una conflittualità che per le imprese si traduce spesso in ulteriori problemi e costi – spiega il presidente dell’Ance – in un sistema di accesso al credito già duramente penalizzante per le imprese meridionali». «Al neo direttore generale del Banco di Napoli, Francesco Guido, che coordina le 800 filiali del Sud, – continua il presidente Lombardi – chiederemo di attivare un tavolo di confronto con le imprese edili per elaborare congiuntamente una proposta che superi e risolva in maniera concreta l’attuale, paradossale situazione di assoluta confusione. L’anatocismo è stato già condannato e sanzionato da diverse sentenze della Cassazione. La norma demanda le modalità e i criteri di calcolo degli interessi nelle operazioni bancarie ad un intervento del Cicr che tarda ad arrivare, con la conseguenza che sentenze e divieto sono sostanzialmente rimasti lettera morta. Tutto questo si traduce in maggiori disagi e costi soprattutto per le imprese del sud, notoriamente costrette a corrispondere interessi più gravosi sul credito bancario». «Siamo convinti che insieme sarà possibile individuare percorsi condivisi – conclude Lombardi – che si traducano in strategie atte a ridare linfa vitale e ossigeno ad un comparto, quale quello dell’edilizia, già duramente penalizzato dalle inadempienze e dai ritardi della pubblica amministrazione, che continua a non onorare sollecitamente i suoi debiti. È fondamentale ripristinare un contesto di legalità e trasparenza nel settore del credito, fortemente minato dall’attuale confusionario quadro normativo». Alfonso Criscuolo
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