I Segni Distintivi firmano la colonna sonora del concorso letterario “E adesso raccontami Natale” promossa dall’ Associazione “Costadamalfiper….” di Alfonso Bottone
Di Olga Chieffi
L’ essenza del Natale è nell’attesa. Lo è per tutte le feste, ma il Natale ricorda un Nascita, ed è una festa “semplice”, luminosa. Lo ricordano i Segni Distintivi i musici-poliziotti, Fabio Sgrò bassista e Angelo Forni, chitarrista e voce della formazione che, a distanza di un anno dal loro esordio discografico, “Verso un porto migliore”, comprendente “La pagella”, tributo al quattordicenne del Mali di cui non abbiamo conosciuto il volto, né il nome, ma solo la speranza di una nuova vita cucita addosso, sotto forma di una pagella della scuola che, in patria non avrebbe potuto più frequentare, hanno lanciato ieri, il loro nuovo singolo “Era la Notte di Natale”. E’ questa una melodia semplice, un vero e proprio racconto autobiografico, narrato anche per immagini, evocante i due musicisti bambini, in un nostalgico flashback, accanto al fuoco, ricordando quella “piacevole impazienza che avevo, quando, poi, terminava la cena e allora di corsa a casa, anche se il sonno non c’era….”. Una canzone che è divenuta la colonna sonora del concorso letterario nazionale “E adesso raccontami Natale” promossa dall’ Associazione “Costadamalfiper….” di Alfonso Bottone, giunto alla sua settima edizione, che vedrà la partecipazione del duo alla serata di premiazione che si terrà a Cetara il 16 gennaio 2021. In questo periodo di vacatio, in questi giorni di non lavoro, in cui il tempo storico si arresta, determinando quella frattura dei vari livelli separati quotidianamente, per cui il passato convive con il presente e s’instaura quella dimensione di ritorno all’initium mundi, di meraviglia, di nascita e Ri-nascita, i Segni Distintivi, si ritrovano bambini (ma l’artista rimarrà per sempre tale) riscoprendo e “cantando” la physis e l’initium, quel movimento primordiale, senza fine ricorrente dell’Uomo. La canzone è il simbolo di un viaggio a ritroso, affrontato con il coraggio e l’originalità di chi non si è ancora fatto corrompere dai falsi miti del benessere e dell’egoismo, per spingerci a conquistare una “purezza di spirito”, quella meraviglia che sappia farci ritrovare la nostra perduta dignità. E’ il Natale, raccontato dai Segni Distintivi, la Notte misteriosa, in cui il chiaro e l’oscuro, l’iniziatico e il razionale si sfiorano, s’intendono, evocando il passato e schiudendo la loro segreta “quinta sonora” al futuro. E nel dire le cose, nel dire il silenzio presente nei suoni delle cose, la parola nel suo domandare deve riaccendere la meraviglia. Meraviglia che non è solo incanto o superamento estatico della ragione, ma è e continua ad essere riflessione: la riflessione del cogito che prova insieme l’angoscia del silenzio e la gioia della parola nel suono di ciò che ci circonda. Riabilitiamo l’ascolto: ascoltare il silenzio ne potrebbe essere il punto più alto. Un verso di Baudelaire dice: “Entends, ma chere, entends la douce nuit qui marche”. I Segni Distintivi hanno posto su di un diafano pentagramma, poche note, semplici, nude, giocandole con la loro esperienza di vita, sull’affiorare insistente e sottile di ricordi. Goderne implica soprattutto una particolare qualità d’animo, un’educazione all’amore che è il contrario di quanto oggi comunemente accade. Il messaggio è cominciare a “servire” le cose, in nome non della loro forma, della loro “bellezza”, ma della loro interiore verità”, costruendo, tutti insieme, “un mondo migliore”, con nuova meraviglia. Non c’è mai una fine. Ci sono sempre nuovi suoni da immaginare, come nuovi sentimenti da cogliere. “Purificandoli potremmo vedere, allo stato puro, ciò che abbiamo scoperto, cosa siamo. Ma per farlo, e dare a chi ascolta l’essenza, dobbiamo continuamente pulire lo specchio”. (John Coltrane).