«La relazione del professor Antonio Giordano con-ferma l’ipotesi della bomba ecologica». Lo ha dichiarato il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti che ieri mattina, in qualità di massima autorità sanitaria sul territorio comunale, ha trasmesso alle autorità e agli enti competenti (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Ambiente, Ministro della Salute, Prefetto di Salerno, Prefetto di Napoli, Prefetto di Avellino, Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, Presidente della Regione Campania) l’ulteriore relazione tecnico – scientifica sulla contaminazione delle acque e dei fanghi di dragaggio del fiume Sarno redatta dallo scienziato di fama mondiale, incaricato a titolo gratuito dal Comune di Scafati per un supporto scientifico all’Ente per la valutazione delle eventuali ripercussioni sulla salute dei cittadini provocate dai sedimi presenti nel Rio Sguazzatorio. La nota trasmessa questa mattina fa seguito alla comunicazione con la quale il primo cittadino di Scafati aveva segnalato e denunciato alle stesse autorità ed enti la situazione di emergenza ambientale del fiume Sarno ed i conseguenti gravi pericoli per la salute dei cittadini di Scafati e dei Comuni limitrofi, trasmettendo le relazioni prodotte dalla Geoconsultlab S.r.l, società incaricata dal Consorzio di Bonifica dell’Agro-Nocerino-Sarnese per conto della Regione Campania. Il prof. Antonio Giordano è un noto ricercatore e oncologo italiano, famoso per il suo impegno nella lotta contro l’inquinamento ambientale e i suoi effetti sulla salute, in partico-lare nella regione della Terra dei Fuochi in Campania. Una carriera di successo negli Stati Uniti come professore e direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine presso la Temple University a Philadelphia. E’ Professore Ordinario per chiara fama nel settore scientifico-disciplinare di Anatomia Patologica del Dipartimento di Biotecnologie Mediche dell’Università de-gli Studi di Siena. Ha dedicato molti dei suoi sforzi alla sensibilizzazione e alla ricerca sulle conseguenze dell’inquinamento ambientale in Campania. È stato tra i primi a sottolineare il legame tra l’inquinamento da rifiuti tossici e l’incidenza di tumori nella popolazione locale, promuovendo studi epidemiologici e collaborando con altri scienziati e istituzioni per analizzare e affrontare questo problema. E’ pervenuta inoltre, dal Presidente della I Commissione Speciale, una nota al Sindaco con la quale si riferisce che, in considerazione delle preoccupazioni espresse relativamente all’inquinamento delle acque del fiume Sarno, in data 08.08.2024 durante i lavori della detta Commissione Speciale, sono stati richiesti alla Direzione Regionale dell’Arpac i dati relativi agli accertamenti ambientali effettua-ti dall’Agenzia sul sistema fluviale del Sarno nell’aree d’interesse, dati inviati al Sindaco in allegato alla stessa nota. «Di fronte alla superficialità della Regione sulla questione “Fiume Sarno”, non potevamo aspettare. Come avevo annunciato ho chiesto aiuto al Prof. Giordano, scienziato di fama internazionale, per un supporto nella battaglia di verità che stiamo conducendo rispetto a dati che oggi si confermano essere falsati, sul grado di pericolosità ritrovati nelle acque del fiume Sarno e riportati nelle relazioni commissionate dal Consorzio di bonifica alla società Geoconsultlab nell’aprile 2023 e nel novembre 2023. Dati che ricordo essere discordanti con un declassamento della pericolosità dei metalli presenti nelle acque giustificato come mero errore di battitura. La relazione tecnico-scientifica sulla contaminazione dei fanghi di dragaggio del Rio Sguazzatorio a cura del Professor Antonio Giordano e della Sbarro Health Research Organization alla Temple University di Philadelphia rileva che, nonostante la rimozione della classificazione HP7 dal report aggiornato, le concentrazioni di contaminanti rilevati, tra cui antimonio, arsenico, cadmio, cromo esavalente, mercurio, selenio, stagno e tallio, sono rimaste invariate», ha dichiarato il primo cittadino. «Questi elementi – si legge nella relazione – sono ampiamente riconosciuti per la loro pericolosità ambientale e sanitaria e sono oggetto di rigorose normative che ne regolamentano i livelli massimi consentiti. La loro presenza in concentrazioni rilevabili è preoccupante per gli effetti tossici anche a basse dosi per i meccanismi di bioaccumulo e di tossicità cronica. Inoltre, la loro persistenza nell’ambiente può determinare la contaminazione del suolo e delle risorse idriche, con ripercussioni sull’ecosistema e sulla salute umana. Un aspetto critico, non trattato adeguatamente nella relazione, riguarda la profondità a cui sono stati effettuati i prelievi. La profondità di campionamento è un fattore determinante per comprendere la cronologia della contaminazione. Campionamenti superficiali possono indicare contaminazioni recenti, mentre prelievi più profondi potrebbero rivelare la presenza di accumuli di inquinanti a lungo termine, che potrebbero essere legati a fonti di contaminazione storiche. Studi epidemiologici hanno dimostrato che l’esposizione prolungata a basse dosi di metalli pesanti è associata a un aumento del rischio di sviluppare gravi patologie, tra cui tumori, malattie cardiovascolari, disfunzioni renali e malattie metaboliche. I campioni sono stati prelevati in un’area urbana soggetta a frequenti esondazioni, un fattore che potrebbe rendere più problematica la contaminazione. In conclusione, la valutazione di dati ottenuti dalle analisi riporta una presenza combinata di metalli pesanti in concentrazioni rilevanti che richiederebbe un’attenta revisione e un’indagine più approfondita». «Alla luce di quanto descritto nel-la relazione del Prof. Giordano – aggiunge il Sindaco Aliberti – si conferma la gravità della situa-zione. Noi cerchiamo di muoverci nell’immediato con tutte le forze e nell’ambito delle nostre competenze. Abbiamo inviato nuovamente tutta la documentazione agli organi preposti. Abbiamo il dovere di capire le responsabilità di questo disastro ambientale che continua ad affondare il nostro territorio anche in considerazione dei notevoli ritardi della Regione rispetto al completamento delle opere strutturali come la rete fognaria e il dragaggio e ad opere mai realizzate che potrebbero alleviare o eliminare il problema degli allagamenti nella nostra Città che oltre al danno economico ci arreca danni soprattutto alla salute. Abbiamo il diritto di sapere chi ha la responsabilità di natura oggettiva rispetto alla cloaca a cielo aperto che è diventata la nostra Città. Anche il Ministero dell’Ambiente ha risposto al nostro grido di allarme e interverrà attraverso l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca Ambientale), affinché valuti la sussistenza di un danno ambientale. E’ a noi pervenuta anche una nota da parte del Presidente della I Commissione speciale con la quale ci comunica i risultati dei dati relativi agli accertamenti ambientali effettuati dalla direzione Regionale Arpac delle acque superficiali in località San Pietro nel triennio 2021/2023. Dall’analisi emerge, tra le varie, che «Tutte le sostanze ricercate nelle acque superficiali di questo tratto fluviale rivelano un inquinamento diffuso dai comparti civile (LIMeco), agricolo (fitofarmaci) e industriale (metalli e idrocarburi) che non permettono il raggiungimento dell’obiettivo di qualità rappresentato dallo stato buono così come fissato dalla norma». Rispetto a tutto questo non è possibile girare la faccia. La questione “Fiume Sarno” non riguarda solo Scafati ma interessa tutto il territorio e i Comuni che fanno parte del bacino. Ancora una volta, raccolto tutto il materiale che conferma la pericolosità del fiume, non avendo competenza per poter intervenire, abbiamo inviato tutta la documentazione in nostro possesso agli organi preposti, sperando che ognuno di loro, per quanto di propria competenza, intervenga su un disastro ambientale che siamo stufi di subire, che inquina la nostra aria e le nostre terre. Davanti a tutto c’è bisogno di una presa di coscienza da parte della popolazione e la responsabilità di ognuno degli enti a cui abbiamo inviato le nostre preoccupazioni che oggi diventano di carattere scientifico, comparabili a quelli della terra dei fuochi».
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